Ars, assunzioni e spending ‘ragù’

La scorsa settimana è venuta fuori la notizia che il ‘Palazzo’ della politica siciliana per antonomasia – ovvero il Parlamento dell’Isola – si accingerebbe ad effettuare nove assunzioni. Così avrebbe deciso il Consiglio di presidenza dell’Ars, una sorta di ‘Consiglio di amministrazione’ di Sala d’Ercole composto dal presidente dell’Ars, dai due vice presidenti, dai deputati questori e dai deputati segretari.

Su questa vicenda un po’ ‘barocca’, visto che siamo in campagna elettorale – e in campagna elettorale non si dovrebbe procedere ad assunzioni per chiamata diretta – sono venute fuori alcune novità. Vediamole.

La prima novità, molto ‘democristiana’ – e questo non desta meraviglia, visto che il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, è un ex democristiano dell’Udc – è che la delibera di assunzione dei 9 ‘fortunati’ si materializzerà a metà marzo, dopo le elezioni. Della serie: prima votiamo, anzi votate bene, e poi si vedrà. Come ai tempi della Napoli del ‘Comandante’ Lauro, dove, poco prima del voto, si ‘erogava’ una scarpa, con l’impegno della consegna della seconda scarpa dopo il voto, qui si dà una mezza assunzione prima (l’annuncio) e la vera assunzione (delibera e successivo contratto) dopo il voto.

La seconda novità riguarda i soldi. Conti alla mano, è stato accertato che, per pagare questo personale, ci vogliono 420 mila euro all’anno. Da dove arriverà questo denaro? Nel bilancio in dodicesimi non ci sono (la Regione fino al 30 aprile è in esercizio provvisorio). Ma non ci sono nemmeno nella proposta di bilancio 2013. Che, anzi, prevede tagli per tutti, soprattutto per il personale regionale.

Pensare che tutto il personale della Regione dovrà fare sacrifici (si parla di demansionamenti, di mobilità e persino di licenziamenti per cercare di sistemare un deficit di ‘cassa’ di circa 3 miliardi annui), ad accezione dei 9 assunti all’Ars sembra una follia. E allora? Semplice: i 420 mila euro per pagare i 9 assunti verranno trovati tra le pieghe del bilancio interno dell’Ars.

Operazione un po’ temeraria, perché anche il bilancio interno di Sala d’Ercole dovrà subire decurtazioni. Una dei primi atti del presidente Ardizzone è stata la spending review sul personale dell’Ars (e non sui 90 ‘califfi’,ovviamente…). Al personale dell’Ars il Consiglio di presidenza dell’Ars ha già tolto un milione di euro circa.

Ebbene, da questo milione di euro il Consiglio di presidenza dell’Ars penserebbe di prelevare i 420 mila euro per pagare i nove assunti.

Domanda: ma il milione di euro non è stato tolto ai dipendenti dell’Ars perché bisognava tirare la cinghia? Di fatto, questa, più che una spending review sembra una spending ‘ragù’da gustare con i nuovi assunti…

In pratica, un trasferimento di soldi da chi è entrato all’Ars dopo aver vinto un concorso, peraltro difficile (perché tutto si può dire ai dirigenti dell’Ars: ma non che non sono preparati, bravi e sempre disponibili) a chi sta entrando nel ‘Palazzo’ senza concorso, grazie ai buoni uffici del Consiglio di presidenza dell’Ars, con in testa il presidente Ardizzone.

Ultima curiosità: dal milione di euro ‘risparmiato’, tolti i 420 mila euro, restano 580 mila euro. Visto che nel Palazzo Reale la spending review è diventata spending ‘ragù’ che fa, ci facciamo un’altra bella ‘infornata’ di assunti – altri 11 ci dovrebbero restare – manco per lasciare ‘sti soldi ‘incustoditi’…

 

Redazione

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