Nel giorno in cui presenta il piano per migliorare le strutture che in Sicilia ospitano gli istituti scolastici, il presidente della Regione risponde alle domande sugli impresentabili. «La politica deve fare selezione prima». Fava: «Peccato che ciò che pretende dai partiti, non lo abbia preteso anzitutto da se stesso»
Arresto Gennuso, Musumeci: «Politica anticipi i pm» Scuole, 272 milioni di fondi Ue e statali per interventi
«La mia posizione è chiara, solo chi non vuole sentire non sente. La politica deve arrivare prima della procura della Repubblica: quando non lo fa è chiaro che perde credibilità». Il presidente della Regione Nello Musumeci, a margine di una conferenza stampa sull’edilizia scolastica, risponde alle domande dei cronisti sull’arresto del deputato Giuseppe Gennuso, accusato dalla Dda di Catania di voto di scambio con il clan mafioso di Avola. Eletto nella lista di Popolari e autonomisti, nella coalizione di centrodestra a sostegno di Musumeci, il parlamentare siracusano era stato indicato, già in campagna elettorale, come un impresentabile, a causa di altri procedimenti che aveva in quel momento in corso. Circostanza ricordata nei giorni scorsi da Giancarlo Cancelleri. Il leader del Movimento 5 stelle siciliano ha sottolineato come, senza il voto degli impresentabili, Musumeci non avrebbe vinto. «Con tutto il rispetto non mi occupo di Cancelleri – replica oggi il governatore – I siciliani vogliono risultati concreti, non le chiacchiere di chi ha perso e non si rassegna. Massima fiducia alla magistratura – continua – ma se la politica pensasse a fare selezione prima, io credo che molti problemi i partiti se li sarebbero risparmiati».
«Impeccabile e condivisibile la dichiarazione del presidente Musumeci – commenta il deputato di Cento Passi Claudio Fava – che chiede alla politica di saper selezionare i propri candidati senza aspettare che si muovano le procure della repubblica. Peccato che ciò che pretende dai partiti, il presidente Musumeci, leader della coalizione di cui fanno parte quasi tutti i deputati indagati, non lo abbia preteso anzitutto da se stesso».
Musumeci trae quindi spunto dall’annuncio degli investimenti sull’edilizia scolastica – in totale 272 milioni di euro – per rispondere anche alle critiche che entrano nel merito dell’azione di governo. «Veniamo accusati di lentocrazia, gli interventi sulle scuole sono la dimostrazione che non ci siano altri argomenti per attaccare questa amministrazione che con profilo assai basso sta operando nella dignità e nel dovere del silenzio e dell’efficienza. Nonostante le cornacchie, che continuano a svolazzare e conosciamo la loro sorte, stiamo lavorando con grande impegno».
Le scuole siciliane potranno usufruire di 82,57 milioni di risorse del fondo europeo Po-Fesr e di 190 milioni di fondi dello Stato, per l’adeguamento anti sismico, per l’ottenimento della certificazione di agibilità, per l’ampliamento e la costruzione di edifici, per la rimozione delle barriere architettoniche e dei residui di amianto, per le opere di antincendio. «Nonostante le cornacchie stiamo lavorando con grande impegno; pensare che fra un anno le scuole siciliane potranno essere inserite in un piano di adeguamento ci conforta tantissimo», commenta il presidente che fornisce i numeri, ottenuti dal censimento completato dal dipartimento: nell’isola ci sono 4.358 edifici che ospitano scuole, di questi circa il 60 per cento non possiede una certificazione sismica, mentre il 70 per cento non ha piena agibilità. L’81 per cento è gestito dai comuni, mentre il 19 per cento dalle province.
«Un dato – analizza Musumeci – che dà l’idea di un’edilizia scolastica assai frammentata. Un centinaio di edifici sono ex conventi o ex monasteri, edifici realizzati nell’800, e quindi privi delle caratteristiche che ogni scuola dovrebbe avere». Il contributo massimo per ogni istituto è di 50mila euro per il primo ciclo di istruzione e 70mila per il secondo. Sono previsti 40 giorni di tempo per presentare i progetti che dovranno essere inoltrati per via telematica, dal 9 maggio al 20 di giugno. Il piano sarà elaborato dall’assessorato e poi trasmesso a Roma: la Regione avrà 120 giorni per formulare la graduatoria. L’obiettivo è far partire i primi lavori entro la fine del 2019.