Non essendo mai stato fermato e sottoposto a rilievi dattiloscopici, fino all’altro giorno l’ha sempre fatta franca. Sabato, per sua sfortuna, grazie a un controllo dei carabinieri, è stata scoperta la sua vera identità. L'uomo è stato giudicato con rito direttissimo
Da dieci anni in giro con falsa identità Un serbo arrestato nel campo nomadi
Aveva una lunga lista di reati ma la sua fedina risultava sempre linda. L’uomo infatti, godeva di una doppia identità che gli garantiva una sorta di immunità. Da quasi dieci anni Ahmetovic Velija, nato in Serbia – Montenegro, 47 anni, e domiciliato a Palermo nel campo nomadi di viale del Fante, circolava sotto mentite spoglie grazie ad alcuni documenti falsi che in tutti questi anni gli hanno consentito di girare indisturbato per il Paese. Fino a sabato scorso, quando una pattuglia dei carabinieri, nell’ambito di una serie di controlli antiterrorismo, ha tratto in arresto l’uomo. A incastrarlo, la qualità scadente dei documenti mostrati agli investigatori. Ai militari, infatti, Ahmetovic ha fornito una carta di identità rilasciata dalla Repubblica della Slovenia intestata a Sinan Amednato a Ljubljana, e una patente di guida rilasciata anch’essa dallo stesso Paese, sempre a nome di Sinan. Per sua sfortuna, a colpire l’attenzione degli investigatori è stata la qualità dei documenti che si piegavano facilmente invece di essere rigidi.
A quel punto, il serbo è stato accompagnato all’ufficio immigrazione della Questura di Palermo per accertare, attraverso i rilievi fotografici e dattiloscopici, la sua esatta identità. Dopo una lunga ricerca, grazie anche alla collaborazione dei colleghi di Capodistria, in Slovenia, si è avuta la certezza che i suoi documenti erano falsi, un escamotage grazie al quale per molti anni l’uomo ha eluso le maglie della giustizia italiana. Infatti, andando a ritroso tra i suoi precedenti, i militari hanno accertato che Ahmetovic, già negli anni ‘80 girava per l’Italia con un altro nome, lasciando dietro di sé una lunga scia di svariati reati: tra i capi di imputazione anche un omicidio doloso. Nel 1990 finisce in carcere ma il primo agosto 2006, grazie all’indulto, Ahmetovic torna libero e da quel momento la sua identità si converte in Amed Sinan, cittadino sloveno e quindi comunitario, dal 2010 in Sicilia, con alle spalle piccoli precedenti per reati contro il patrimonio.
Non essendo mai stato fermato e sottoposto a rilievi dattiloscopici fino all’altro giorno il serbo l’ha sempre fatta franca. Tutti i documenti recuperati nel corso dell’operazione, sono stati sottoposti a sequestro giudiziario. L’uomo ora è in arresto per il reato di possesso di documenti di identità validi per l’espatrio falsi finalizzati all’occultamento della reale identità e inottemperanza di lasciare il territorio nazionale. Ahmetovic è stato giudicato con rito direttissimo, conclusosi con la convalida dell’arresto.