Tratta di persone con le aggravati della transnazionalità, di avere esposto a pericolo la vita o l’incolumità delle persone trasportate facendole imbarcare su natanti occupati da numerosi migranti privi di ogni necessaria dotazione di sicurezza e di avere agito al fine di reclutare persone da destinare alla prostituzione o, comunque, allo sfruttamento sessuale ed al fine di trarne profitto. Sono questi i reati per cui è stato arrestato dalla polizia Godwin Osariemen (classe 1996).
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dalla Corte di Assise di Appello di Catania. L’uomo dovrà scontare una pena di sette anni e due mesi di
reclusione. La decisione, determinata dall’esigenza cautelare del concreto pericolo di
fuga dell’imputato (scarcerato in primo grado), non radicato nel
territorio italiano, ha confermato i gravi indizi di colpevolezza emersi nel corso
dell’indagine, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia etnea e condotta dagli investigatori della squadra mobile – sezione criminalità straniera e prostituzione.
L’indagine è stata avviata dopo le
dichiarazioni rese da una giovane donna nigeriana, giunta presso il porto di Catania, nel
2017, insieme ad altri 432 migranti di varie nazionalità, a bordo della nave Aquarius della ong Sos Mediterranee. Nell’ambito dell’indagine denominata Trolley man, l’8 giugno del 2017, Osariemen era stato sottoposto
a fermo di indiziato di delitto insieme alla complice, Doris Osaheruwumen (classe 1989).
La donna, inoltre, si sarebbe resa responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina,
risultata dedita al reclutamento di giovani connazionali tanto che nelle fasi dell’esecuzione
del fermo, in casa sua a Imola (in provincia di Bologna, in Emilia Romagna) è stata trovata una giovane che è stata immediatamente collocata in una comunità protetta per donne vittime di tratta.
Ieri pomeriggio, espletate le formalità di rito, Osariemen è stato portato nella casa circondariale piazza Lanza a disposizione dell’autorità giudiziaria.
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