Arrestato imprenditore Giuseppe Virlinzi È accusato di corruzione in atti giudiziari

Quattro persone arrestate e un quinto ai domiciliari. Tra i nomi delle persone coinvolte nell’inchiesta Tax free spiccano quelli dell’imprenditore etneo Giuseppe Virlinzi e di Filippo Impallomeni, presidente dell’ottava sezione della commissione tributaria provinciale di Catania. L’operazione è stata condotta dai militari del comando della guardia di finanza di Catania guidati dal colonnello Roberto Manna su delega della procura. Da quanto si apprende, la società coinvolta nell’indagine è la Virauto, di cui Virlinzi è amministratore unico. Le manette sono scattate per due lavoratori legati alla storica società di automobili: si tratta di Giovanni La Rocca e Agatino Micalizzi.

Giuseppe Virlinzi, classe 1939, è nato a Enna ed è residente ad Aci Castello. È fratello del Cavaliere del lavoro Ennio, assieme al quale ha costruito un impero imprenditoriale alle falde dell’Etna. È presidente del consiglio di amministrazione e legale rappresentante della Vir immobiliare spa, una delle ammiraglie del gruppo di famiglia. Sarebbe finito nell’inchiesta Tax free per i pagamenti dilazionati di alcune cartelle esattoriali legate alla società Virauto spa, di cui è amministratore unico. Nel 2000 dalla Virauto si è scissa la V4 Immobiliare, un’altra società per azioni. Tra le proprietà di Pino Virlinzi c’è anche un’azienda che porta il suo nome e che si occupa, si legge nei dati della Camera di commercio, di «compravendita di beni immobili: edifici e alloggi residenziali, edifici non residenziali, magazzini, ipermercati e centri commerciali», oltre che di «lottizzazione». Tutte le imprese hanno sede tra i numeri 22 e 24 di viale Ulisse, all’interno del grosso centro polifunzionale di famiglia.

Filippo Impallomeni, classe 1945, è stato dirigente del ministero delle Finanze e dell’economia, in pensione da luglio 2010. Laureato in Giurisprudenza nel 1969, avvocato dal 1982. È stato: direttore provinciale del Tesoro di Catania dal 1988 fino al 2010, nonché reggente delle relative direzioni per le provincie di Enna, Messina e Siracusa. E ancora, giudice tributario e vicepresidente di sezione della Commissione provinciale tributaria di Catania. Componente del comitato regionale di controllo (Coreco) per la sezione catanese, su designazione ministeriale. È stato anche componente del consiglio di amministrazione della società Sifi (Società industria farmaceutica Italia) di Aci Sant’Antonio. È stato presidente di Asec Trade nel 2013, su mandato dell’allora sindaco Raffaele Stancanelli. Tra i casi di cui si è occupato il giudice Impallomeni c’è anche un capitolo relativo all’indagine per elusione fiscale a carico dell’editore del quotidiano La Sicilia Mario Ciancio. Nel 2014 il presidente della commissione tributaria si era espresso in maniera contraria a una richiesta di sequestro da parte della procura della Repubblica di Catania del patrimonio di Ciancio. 


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