Il giovane imprenditore, manager dello storico caffè di viale Vittorio Veneto, è stato trovato in casa con alcuni strumenti per il confezionamento di sostanze stupefacenti, alcuni involucri di marijuana, hashish e una dose di cocaina. Durante una perquisizione nelle due abitazioni trovati anche due bilancini di precisione
Arrestato Giovanni Aiello, co-gestore del famoso bar In casa aveva un fucile e numerosi panetti di droga
Un fucile Beretta calibro 28 e diversi panetti di droga tra hashish, marijuana e una piccola dose di cocaina nelle due case di proprietà. Questo il motivo che ha portato gli uomini della squadra mobile di Catania ad arrestare Giovanni Aiello, classe 1979, co-gestore insieme al fratello del Caffè Aiello di viale Vittorio Veneto, noto bar del centro cittadino e, in passato, punto di ritrovo dei giovani catanesi.
L’accusa, mossa dagli agenti, è quella di essere responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e di detenzione illegale di arma comune da sparo. A far scattare le manette, nella serata del 15 giugno, una perquisizione domiciliare nell’abitazione del ragazzo, in viale Vittorio Veneto dove gli agenti hanno trovato una busta di carta bianca con circa 130 grammi di hashish e un bilancino di precisione. Alla vista dei poliziotti Aiello ha provato, senza fortuna, a disfarsi di entrambi gli oggetti provando a lanciarli dalla finestra.
Dopo i fatti, la polizia ha controllato anche la casa di campagna di Giovanni Aiello, dove sono stati trovati numerosi panetti di hashish, per un totale di un 1,4 chili, e diversi involucri di marijuana che pesavano in tutto un chilo e mezzo. Ma anche quattro grammi di cocaina, due bilancini di precisione e materiale per il confenzionamento. Per questo motivo, il giovane imprenditore è stato portato nel carcere di piazza Lanza a disposizione dell’autorità giudiziaria. Contattato dalla nostra redazione il fratello dell’arrestato, gestore anch’egli del bar, ha dichiarato di non aver letto la notizia e di non sapere nulla. L’attività commerciale, come il fratello, non risultano in alcun modo coinvolti nei fatti.