Forse la sua spiegazione del perché il Governo nazionale ha ignorato quasi tutto il Pd siciliano nella scelta de sottosegretari è la più centrata. Questo perché, da sempre, Pino Apprendi è vicinissimo a Enrico Letta. Che, meglio di lui, può interpretare il Letta-pensiero?

“La scarsa attenzione del Pd nazionale nei confronti della Sicilia – spiega Apprendi – in occasione delle nomine dei sottosegretari è certamente deprecabile, ma non si può scaricare ai dirigenti nazionali responsabilità che, invece, vanno ricercate esclusivamente in Sicilia”.

“Nell’Isola – sottolinea l’esponente dell’area Letta in Sicilia – dopo la vittoria alle regionali del Presidente Rosario Crocetta, conseguita grazie al grande impegno del Pd, abbiamo assistito ad un lento distacco, sempre più evidente, del Governatore dal Partito democratico. In tutte le apparizioni televisive Crocetta ha sempre citato solo di se stesso, delle cose che faceva, parlando sempre dei grillini e di un fantomatico, quanto inesistente, ‘modello Sicilia’. L’ultimo esempio eclatante è quello in cui sono state abolite le Province che ha portato la stampa a titolare: Crocetta e i grillini eliminano le Province”.

“E’ stato questo atteggiamento – aggiunge Apprendi – a far sì che Roma vedesse il Pd siciliano spaccato, anche in seguito alla creazione, da parte del Governatore Crocetta, non di un movimento, ma addirittura di un partitino con pretese di sorpassare il Pd al Senato alle elezioni nazionali”.

“Crocetta – aggiunge puntuto Apprendi – ha perso una grande occasione: avrebbe potuto guidare il Pd siciliano con autorevolezza insieme con il gruppo dirigente e invece ha cercato solo un ‘successo’ personale, peraltro non raggiunto. Invece di aggregare attorno al Partito ha spaccato. Tutto questo ha influito affinché da Roma si guardasse alla Sicilia con una certa diffidenza”.

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