Un dramma di proporzioni bibliche si è appena concluso nella nostra beneamata Facoltà: la sospensione degli esami dal 21 al 27 giugno, causata dall’adesione di molti professori alla protesta contro la riforma Moratti che prevede tagli notevoli ai fondi previsti per i ricercatori.
Ma questo evento quali cambiamenti ha provocato nei programmi di noi poveri studenti che, chini sui vademecum, facciamo calcoli improbabili per cercare di accumulare più crediti possibili per non vederci affibiato il fastidioso aggettivo di ripetente? Di certo passeggiando per i corridoi i commenti più frequenti evidenziano come questo annullamento abbia creato non pochi disagi, soprattutto in termini di stress ed ansia che attanagliano fortemente i candidati alle prove scritte e orali.
«Mi ha creato davvero molti problemi – afferma con tono infastidito Giulia, studentessa al primo anno di Scienze per la comunicazione internazionale – Adesso mi hanno scombussolato tutti i piani. Non mi aspettavo una presa di posizione così estrema, ho dovuto persino cambiare la data delle vacanze con gli amici! E poi per i professori scioperare è quasi un hobby!».
Queste affermazioni al vetriolo stridono nettamente con quelle di Giovanni, ventunenne di S.C.I. :«Tutto sommato non credo che ci sia qualcuno in grado di sostenere tre appelli nella stessa sezione. – asserisce con serenità e con la rassegnazione di chi non osa sfidare limpossibile – Il limite sostenibile è di due materie e poco importa se una slitta di qualche giorno».
Preoccupazione e disorientamento si leggono invece sul viso di Alessandra, terzo anno fuori corso in S.C.: «Capisco il diritto allo sciopero, ma non concordo assolutamente sulle modalità scelte dal corpo docente visto che alla fine chi ci rimette siamo noi studenti». Il suo volto diviene ancora più perplesso quando sarcasticamente esclama:«Forse ora terranno aperta la facoltà anche di notte, visto che gli appelli sono due ma il numero di ragazzi che vogliono sostenerli è sempre lo stesso!».
Davvero poca comprensione traspare dalla popolazione studentesca dei Benedettini nei confronti delle decisioni più che motivate prese dai professori. Ma siamo sicuri che tanta ostilità non nasca dalla disinformazione? In effetti nessuno dei nostri intervistati ha saputo dare una risposta completa ed esaustiva alla domanda “Ma tu sai quali sono le motivazioni di questo sciopero?. Dunque è facile evincere che molti studenti non hanno ancora preso coscienza dell’ argomento e, per questo, continuano a lamentarsi non riuscendo a guardare al di là del loro libretto universitario.
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