La norma, che recepisce il nuovo codice nazionale, è attesa da molti per sbloccare parte dei cantieri legati al Patto per la Sicilia. Tra le novità proposte anche tempistiche più certe e sanzioni per chi si dilunga eccessivamente. «Non approvarla significa danneggiare l'isola», commenta la deputata Mariella Maggio
Appalti: pronta riforma Urega, si riducono compensi Legge è ferma all’Ars. «Si tiene in stallo l’economia»
Una piccola rivoluzione nel settore degli appalti, impantanata tra le maglie di una maggioranza ancora alle prese col pasticciaccio delle ex Province e col difficile puzzle delle candidature in vista della lunga stagione elettorale. È il ddl di modifica degli Urega, gli uffici regionali per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici. L’esame a sala d’Ercole si sarebbe dovuto concludere in tempi brevi, ma di fatto la norma non è ancora riuscita a decollare. Eppure, almeno sulla carta, le modifiche apportate potrebbero risultare determinanti per far partire almeno una parte dei cantieri promessi nel Patto per la Sicilia siglato tra Rosario Crocetta e l’ex premier Matteo Renzi.
Intanto perché recepisce il nuovo codice nazionale in materia di appalti, che prevede che oltre la soglia del milione e 250mila euro le gare a evidenza pubblica debbano passare all’Urega per essere espletate e perché istituisce un albo unico da cui attingere per sorteggiare i componenti delle commissioni esaminatrici.
Prevista una modifica ai compensi per gli esperti esterni delle commissioni: se la normativa attuale prevede un gettone di presenza da 300 euro fino a un massimo di 10mila euro per ciascuna gara, il nuovo ddl mette degli argini, anche alla luce del fatto che ad aggiudicarsi la gara oggi non è più il massimo ribasso, ma l’offerta economicamente più vantaggiosa. Insomma, un meccanismo che ha aumentato esponenzialmente i tempi di espletamento delle gare e il lavoro delle commissioni. E che alimentava in molti il sospetto che in qualche maniera i tempi di esame di un appalto fossero dilatati per accaparrarsi più gettoni.
Così ecco la nuova formula, inserita nel ddl: il compenso agli esterni sarà «correlato al numero di concorrenti ammessi all’esame dell’offerta tecnica ed economica e prescinde dal numero delle sedute». Dunque se alla gara avranno partecipato fino a cinque concorrenti, all’esterno andranno tremila euro. Nel caso di una gara fino a dieci partecipanti, il compenso arriverà a seimila euro, mentre oltre i dieci partecipanti all’esterno andranno diecimila euro. Modifiche anche ai tempi: il primo tipo di gara dovrà vedere concluse le operazioni «entro quindici giorni lavorativi dalla data di insediamento della commissione»; mentre per il secondo tipo di gara il termine sarà di trenta giorni lavorativi. Per le gare con oltre dieci partecipanti, infine, il termine sarà di 45 giorni.
«Nel caso in cui i termini indicati siano superati per indisponibilità del componente tecnico esterno – si legge nel ddl – il compenso spettante a questi è ridotto del 30 per cento qualora il ritardo sia inferiore o uguale al doppio del termine assegnato, ovvero del 50 per cento qualora il ritardo superi il doppio dello stesso termine. Nella seconda ipotesi – viene sottolineato – il componente tecnico esterno è sospeso dal relativo albo per dodici mesi. Le medesime riduzioni dei compensi sono applicate nei confronti dei presidenti che abbiano titolo a percepirli, ove il ritardo sia causato da una loro indisponibilità, fatto salvo in ogni caso l’esercizio dell’azione disciplinare».
A tal proposito la norma istituisce anche la figura del supplente per l’esterno e prevede quella del vicepresidente di commissione: insomma, si rimuovono tutti i possibili ostacoli che in passato hanno portato a tempi lunghissimi per l’esame dei singoli appalti.
Tutto questo resta ancora sulla carta. In attesa che la maggioranza faccia pace sulle Province e torni in Aula. Una situazione che ha fatto saltare i nervi in molti, tra maggioranza e opposizione: «Sono molto rammaricata – ammette Mariella Maggio, presidente della commissione Ambiente (che ha esitato la norma) e relatrice del testo in Aula – per il fatto che diverse volte a Sala d’Ercole sia mancato il numero legale. Quella sugli Urega è una norma importante, non approvarla significherebbe non superare lo stallo in cui si trova l’economia siciliana».