A palermo la candidatura a sindaco nel centrosinistra di rita borsellino sta diventando, per il pd, un problema di filosofia teoretica. Leggiamo insieme cosa ha dichiarato ieri il capogruppo di questo partito allars, antonello cracolici dello zen (nulla a che vedere, in questo caso, con la filosofia zen, trattandosi, molto più prosaicamente, del quartiere di palermo che ha dato i natali al nostro antonello).
Aperitivo – Rita Borsellino, ovvero lincubo di Antonello
A Palermo la candidatura a sindaco nel centrosinistra di Rita Borsellino sta diventando, per il Pd, un problema di filosofia teoretica. Leggiamo insieme cosa ha dichiarato ieri il capogruppo di questo partito allArs, Antonello Cracolici dello Zen (nulla a che vedere, in questo caso, con la filosofia Zen, trattandosi, molto più prosaicamente, del quartiere di Palermo che ha dato i natali al nostro Antonello).
Non è il candidato che decide la coalizione – dice Cracolici – è la coalizione che decide cosa essere. E il candidato è al servizio di quella coalizione. Essere, non essere, decidere di essere, decidere di non essere. E, ancora, coalizione al servizio e servizio della coalizione.
Cracolici, insomma, soprattutto con la crisi del centrodestra – e soprattutto dopo i guasti provocati dallamministrazione uscente di centrodestra, retta da Diego Cammarata – vorrebbe che la Borsellino fosse la candidata a sindaco di un centrosinistra con un fronte largo.
Un giro di parole per dire che Rita Borsellino dovrebbe intruppare nello schieramento in suo sostegno anche il terzo polo.
La Borsellino, qualche settimana fa, conti alla mano – e sono conti secondo noi fatti bene – ha già risposto in anticipo a Cracolici. Dicendogli, a chiare lettere, che lei non sa che farsene del terzo polo (la cui forza elettorale, peraltro, è tutta da dimostrare). Perché è convinta che vincerà lo stesso. E ha ragione, visto che ancora non solo non cè un candidato di centrodestra, ma non cè nemmeno la possibilità che questo candidato si materializzi a breve.
Ma a Cracolici Palermo interessa relativamente. Al capogruppo preme salvare il capolavoro che lui e il presidente Raffaele Lombardo hanno creato alla Regione (complice il genio di Gianfranco Miccichè che ha sfasciato il centrodestra e, in particolare, il suo ex partito – il Pdl – per fare un dispetto ai suoi compagni di partito, tagliando, in pratica, il ramo sul quale stava seduto…).
Cracolici vuole mettere al sicuro le clientele e le operazioni che il governo Lombardo sta mettendo a punto (anche in vista della campagna elettorale). Cosa centri Rita Borsellino con gli appaltisti che debbono farsi i bagni con la progettazione (e magari, se andrà bene, con la realizzazione) del nuovo centro direzionale di fondo Luparello a Palermo, o con i consulenti che il governo regionale nomina un giorno sì e laltro pure o, ancora, con le assunzioni pilotate di figli, parenti & amanti nelle società collegate non si capisce.
Ma Cracolici, che un tempo accusava di consociativismo i sui vecchi compagni di partito per cose che avevano una valenza clientelare mille volte inferiore a quella delle pastette messe su dal governo Lombardo (con lavallo dello stesso Cracolici e del suo degno compare Giuseppe Lumia), ormai è diventato un politico di bocca buona e alito pesante.
Così Rita Borsellino dovrebbe seguire le direttive di Cracolici, di Lumia, di Lombardo e di tutto il terzo polo. Con la garanzia che, con questa gente a bordo, la futura giunta comunale Borsellino avrebbe la certezza, quasi matematica di cambiare tutto per non cambiare nulla….