Incassa il successo dell'iniziativa Asp in piazza che il ministro Lorenzin ha riconosciuto come un esempio all’interno del sistema sanitario nazionale. Parla dei risultati raggiunti in termini di servizi offerti ai cittadini e di risparmi. E sui concorsi spiega: «I nemici della sanità stanno dentro la sanità. Evidentemente qualcuno non vuole che le assunzioni siano sbloccate»
Antonio Candela, il manager del dialogo «Tante notizie false, ma parlano i fatti»
Non riesce ad arrabbiarsi neanche quando gli ricordiamo gli attacchi e le imboscate. Sorride. Preferisce parlare delle iniziative dell’Asp di Palermo a sostegno del territorio in termini di facilitazione di rapporti con i cittadini. Martedì e mercoledì Asp in piazza è stata ed è ad Ustica, per effettuare visite ed esami. Quindi sarà la volta di Caltavuturo. Su una provincia che insiste su 84 Comuni, e che assiste un milione e 495mila abitanti, anche i piccoli centri ricevono attenzione in termini di assistenza sanitaria. Il ministro Lorenzin con atto ufficiale ha formalizzato che l’iniziativa dell’Asp di Palermo rappresenta un esempio unico e prezioso all’interno del sistema sanitario nazionale. Il primo ad essere soddisfatto è proprio lui, il direttore generale dell’Asp di Palermo Antonio Candela.
«Lo scorso anno abbiamo avviato il servizio di esenzione on line con numeri che non lasciano spazio a interpretazioni. Qualcuno credeva che i palermitani non utilizzassero questi servizi. Tra esenzioni on line e quanti hanno scelto con un click il medico di base, siamo arrivati rispettivamente a 225mila per i primi ed a 200mila per i secondi. Oltre 400mila palermitani che hanno lasciato la macchina a casa per andare nelle strutture».
Non è che pecca di eccesso di ottimismo, c’è chi ha sparato a zero sugli atti aziendali recentemente…
«In Sicilia sbaglia chi fa. Anziché salutare con plauso chi stimola i direttori generali per arrivare in termini strettissimi a realizzare gli obiettivi, ci si lamenta per le imperfezioni e le criticità negli atti aziendali. Sono state diffuse anche notizie false».
Per esempio quali?
«Le voci in base alle quali stavano per saltare gli atti aziendali e i concorsi non si sarebbero più fatti. A me pare che i nemici della sanità stanno dentro la sanità. Evidentemente qualcuno non vuole che le assunzioni siano sbloccate».
Parliamo dell’esposto di Federconsumatori di Cefalù su ticket ed esenzioni. Si è trattato di una disfunzione o di un caso isolato, cosa succederà?
«La doglianza dell’associazione dei consumatori è fondata. Un’azienda complessa come la nostra con 9484 tra dipendenti e personale in convenzione può presentare anomalie e casi specifici. È possibile trovare qualche funzionario che non funziona. Era stata data un’interpretazione non corretta che è stata superata. Ben vengano le doglianze purché costruttive».
I rapporti con i sindacati?
«Credo che debbano anche in questo caso essere giudicati dai fatti: l’interlocuzione è attiva nel rispetto dei ruoli. Ad esempio, per quanto riguarda la razionalizzazione. In ventiquattro mesi con le revoche degli appalti che abbiamo effettuato sono entrati in cassa 50 milioni di euro».
Spesa farmaceutica, in che termini si può avvicinare struttura e territorio e ottimizzare?
«Il matrimonio tra gli operatori della azienda sanitaria ed i responsabili della medicina generale ha funzionato. Il decremento della spesa farmaceutica è già avvenuto nell’ordine di diversi milioni di euro. Abbiamo risparmiato in dettaglio 12 milioni di euro. Sono i primi presìdi sanitari che intervengono quando stiamo male».
Sui vaccini è polemica vera o è una storia raccontata male?
«Vaccinare è la migliore forma di prevenzione. Non sempre le informazioni arrivano in maniera corretta e tempestiva agli utenti».
Come procede il dialogo con la politica?
«La politica non ha fatto mancare mai il proprio sostegno, a partire dalla revoca degli appalti che ho già citato. Qualche giorno fa a Corleone abbiamo assistito che non c’era più destra e sinistra, ma una funzione di aggregazione: il manager è uno strumento a supporto».