Flop del concorso per i Centri per l’impiego in Sicilia, Regione annulla le graduatorie della categoria C

Una spunta blu per certificare un flop dato come annunciato. Sotto la lente d’ingrandimento torna il concorso regionale per potenziare i centri per l’impiego in Sicilia. Poco più di 1100 posti per dare nuova linfa a degli uffici che, ormai da anni, devono fare i conti con carenze di organico alle quali si è cercato di mettere una pezza con i Navigator. Il concorso si è svolto a maggio dello scorso anno attraverso un test, con 60 quesiti a risposta multipla. Sei prove per altrettanti profili, quattro per la categoria D e due per la C. Ed è proprio su quest’ultimo gruppo che la Regione ha comunicato nelle ultime ore l’avvio della procedura per l’annullamento in autotutela delle graduatorie. Un passaggio che coinvolge circa 487 posti di lavoro divisi tra istruttori amministrativi contabili e operatore del mercato del lavoro.

Contro le modalità con cui sono state stilate le graduatorie sono stati presentati numerosi ricorsi. Quasi tutti incentrati sulle modalità di attribuzione dei punteggi: un punto per ogni laurea e 1,5 per ogni diploma di laurea, laurea specialistica o magistrale. Uno schema che ha permesso di attribuire 2,5 punti
ai candidati
che hanno conseguito sia la laurea triennale che quella specialistica, a fronte di un punteggio pari a 1,5 attribuito a coloro che hanno conseguito il diploma di laurea magistrale o vecchio ordinamento. «Emerge la necessità e la doverosità – si legge nell’avviso della Regione firmato dalla dirigente Carmela Madonia – di procedere all’adozione dei provvedimenti di modifica in autotutela della graduatoria».

Cosa succederà adesso? La Regione, sempre attraverso l’avviso, comunica che dovrà essere riconvocata la commissione esaminatrice affinché provveda alla riformulazione della graduatoria, che verrà successivamente approvata. Due pronunce del tribunale amministrativo regionale hanno, infatti, indicato come l’unica interpretazione legittima del bando sia quella dell’applicazione di un punto per ogni laurea triennale e «di complessivi 1,5 punti non solo nel caso di diploma di laurea o di laurea magistrale ma anche nel caso di laurea specialistica inglobante la triennale». Ma, se per la categorie C la situazione è in alto mare, non è andata meglio ai quattro profili che rientravano nella categoria D. Il mese scorso si è proceduto alla firma dei contratti ma, su 537 posti, i vincitori idonei sono stati soltanto 260, mentre quelli che hanno firmato sono soltanto 161. A conti fatti, a fronte di oltre mille posti messi a concorso, gli assunti saranno per il momento soltanto il 15 per cento.

«Alcuni danneggiati da questa attribuzione di punteggio hanno fatto richiesta di accesso agli atti e si è notato che sono stati dati anche punteggi per titoli di servizio fantasiosi», spiegano a MeridioNews dall’Associazione nazionale navigator. Il caso più clamoroso riguarda un concorrente che ha messo tra i propri titoli undici anni di servizio civile – quando si può svolgere un solo anno – e nonostante questo ha ricevuto il massimo del punteggio. «Non c’è dubbio che non è stato fatto un buon lavoro – continuano – Adesso si blocca la graduatoria e non sappiamo quanto tempo ci vorrà, anche tenendo in considerazione i possibili ricorsi da parte di chi risultava già vincitore. Noi, come associazione, prendiamo atto di questa situazione che avevamo ampiamente previsto. Si tratta di una sorpresa solo per chi non ha seguito la vicenda. Per questo – aggiungono – chiediamo di potere tornare a fare il nostro lavoro almeno fino a quando verranno colmati i vuoti che ci sono». Il 31 ottobre del 2022, alla scadenza della quarta proroga, il contratto dei Navigator, non è stato più rinnovato. In quei giorni, il presidente della Regione Renato Schifani aveva chiesto una ulteriore proroga di sei mesi ma il ministro del Lavoro decise di non concederla.


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