«Ho scelto di fare la musicista nella mia vita». È la determinazione una delle caratteristiche principali della 22enne cantautrice catanese. Che, nonostante la giovane età, ha già collezionato numerosi successi. «La maestra disse a mia madre "Non le faccia mai abbandonare la musica"», racconta
Anita, dalla musica elettronica al coro gospel «Con un graffio elettrico verso il primo disco»
Per lei la musica è soprattutto condivisione, una passione che l’accompagna sin da piccolissima alla quale ha dedicato anni di studi e sacrifici. «Ho scelto di fare la musicista nella mia vita», dichiara senza mezzi termini Anita, la talentuosa cantautrice catanese che nonostante la giovane età (22 anni) ha già collezionato numerosi premi e riconoscimenti. Definire il suo genere non è facile perché, ci spiega, «è in continua evoluzione». Vincitrice del contest Musica Libera lo scorso ottobre, ci descrive lo stile che ha scelto per il concorso, lo stesso che da un periodo a questa parte esegue in tutte le sue performance: «Ultimamente mi sto dedicando più ad uno stile acustico, prediligendo il binomio composto da me alla voce e alla chitarra elettrica insieme ad un partner, sempre alla chitarra elettrica. È una formula essenziale ma con un graffio elettrico, ed è quella che più mi rappresenta. Con la quale conto di uscire presto con un ep».
http://www.youtube.com/watch?v=v1-FP4xRHGw
La sua formazione in ambito musicale comincia in tenera età, ai tempi dell’asilo: «Si facevano dei corsi di musica, di teatro, realizzavamo marionette, insomma c’era tanta arte in quella scuola, e non dimenticherò mai le parole della mia insegnante di educazione musicale che disse a mia madre “Non le faccia mai abbandonare la musica”. In pratica a quattro anni mi aveva già inquadrata. Dopo sono arrivate le lezioni di pianoforte, lo studio in ambito musicale e sempre più voglia di continuare su questa strada. Anche gli studi al liceo sono stati importanti, la stessa scelta del classico mostrava la mia propensione verso la scrittura».
Ma Anita non si è fermata a questo, la sua ambizione l’ha spinta a non lasciare la strada intrapresa e a continuare ad inseguire il suo sogno: «Ho studiato e sto continuando a studiare per farlo al meglio e in maniera completa. Sto frequentando il terzo anno della scuola di musica elettronica, sperando di laurearmi entro l’anno prossimo. Continuo a studiare canto con un vocal coach e chitarra, faccio parte di un coro gospel con cui realizziamo anche dei musical. Sto insomma cercando di abbracciare la musica a 360 gradi. Scrivo tanto e non mi fermo un attimo».
A proposito di scrittura, come nascono le sue canzoni? «Le mie canzoni nascono mentre sono da sola, sul mio letto, appena sveglia o prima di dormire, strimpellando con la chitarra, magari riprendendo un’idea che ho avuto durante il giorno e che ho appuntato. Non sono tanto io a cercare le idee ma sono loro che trovano me». E perfino l’approccio alla musica gospel – che non si direbbe vicino alle sue corde – non è stato cercato. «Ho iniziato grazie al mio vocal coach, Marco Ravalli. È diventato il mio mentore, mi ha aiutata a creare un’identità musicale. Dalla voce alla postura, fino alla scelta dei brani da interpretare. È stato lui a consigliarmi di entrare a far parte di un coro gospel, il Power gospel & musical». Una decisione che si è rivelata azzeccata dal punto di vista artistico: «Per un cantante solista, che di solito è molto incline all’egocentrismo, è importante confrontarsi con altre voci. Per me è diventato fondamentale, soprattutto a livello interiore. La musica è condivisione, se questa manca vuol dire che sto sbagliando qualcosa, che non sto andando nella direzione giusta».