Angela Stefani è stata uccisa, arrestato l’ex compagno Trovate delle tracce di sangue nel soggiorno di casa

A uccidere
Angela Stefani e a far scomparire il suo cadavere sarebbe stato l’ex compagno Vincenzo Caradonna. Sono giunte a una svolta le indagini sulla scomparsa della 48enne bolognese residente da tempo a Salemi, nel Trapanese, di cui non si hanno più notizie dallo scorso 5 febbraio.

I carabinieri della compagnia di Mazara del Vallo hanno arrestato Caradonna, 47 anni, con l’accusa di
omicidio volontario, distruzione e occultamento di cadavere e detenzione di ordigni esplosivi. Il provvedimento è stato emesso dal Gip di Marsala, su richiesta della Procura della Repubblica, a seguito delle indagini durante le quali i carabinieri del Ris hanno trovate tracce di sangue nell’abitazione della donna. All’esame degli investigatori anche i tabulati del cellulare della vittima e dell’indagato, oltre che intercettazioni ambientali e telefoniche, e le immagini di alcuni sistemi di video sorveglianza.

A denunciare la scomparsa di Angela Stefani era stato
l’ex marito della donna, Rosario Scianna, pastore di Salemi. I coniugi hanno anche due fugli. Era stato uno di questi, il 21enne Francesco, a confidare agli investigatori che la mamma temeva il nuovo compagno perché molto violento anche se non avrebbe avuto il coraggio di denunciarlo. Caradonna aveva replicato accusando a sua volta il giovane di essere il responsabile della scomparsa della madre. Ma durante le indagini il figlio non sarebbe stato l’unico a riferire ai carabinieri della personalità violenta di Caradonna. 

Quest’ultimo in un primo tempo
aveva fatto perdere le sue tracce ma i carabinieri lo hanno rintracciato in casa della sorella. Si era trasferito lì da quando la sua abitazione, dove viveva con Angela, era stata posta sotto sequestro.

Le ricerche della donna, coordinate dalla Procura della Repubblica di
Marsala in sinergia con la Prefettura di Trapani, hanno interessato
vaste aree urbane e rurali,
compresi laghi, fiumi e pozzi della campagna salemitana e dei comuni limitrofi. I carabinieri si sono avvalsi anche dei cani molecolari
addestrati nella ricerca di persone scomparse e del supporto aereo degli elicotteri
dell’Armacon. Impegnate pure
squadre specializzate del vigili del fuoco di Trapani che hanno ispezionato oltre venti pozzi. 

Parallelamente i carabinieri del Ris di Messina e della compagnia di Mazara del Vallo hanno cercato indizi nei luoghi frequentati dalla
donna prima della sua scomparsa, a cominciare dalle
abitazioni di via Verga e di contrada Baronia
nelle quali la donna aveva vissuto insieme al compagno Caradonna. E proprio in una delle due case gli investigatori hanno trovato tracce di sangue, ripulite alla buona «come vi fosse stato un grossolano tentativo di bonificare
l’ambiente del soggiorno», luogo, secondo i carabinieri, teatro di un’aggressione violenta.  

Grazie all’utilizzo del luminol sono stati evidenziati numerosi dettagli e repertate molte tracce ematiche appartenute alla donna scomparsa.
Grazie all’impiego della
BPA – Bloodstain Pattern Analysis 1 – i Ris sono riusciti a ricostruire
la dinamica dell’evento delittuoso, i punti di impatto che hanno originato quelle macchie e
le loro traiettorie. Sarebbero almeno sei i colpi inferti alla donna.

Caradonna deve rispondere anche di detenzione di ordigni esplosivi artigianali costruiti da lui stesso e trovati dai carabinieri nella sua abitazione
al momento della perquisizione della casa. L’uomo è stato trasferito nel carcere di
Trapani.


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