La giornata di oggi è di quelle segnate da tempo sul calendario. Scade infatti il mandato del commissario straordinario della Tecnis Saverio Ruperto. E sempre oggi si dovrebbe sapere se al funzionario sarà concessa o meno una proroga di ulteriori sei mesi alla guida dell’ex colosso catanese degli appalti pubblici. Proroga che da più parti attendono con ansia. «Ormai con lui c’è un discorso avviato – spiegano Paolo D’Anca e Dino Cirivello della Filca Cisl di Palermo-Trapani – È stato Ruperto a raddrizzare la rotta quando la barca rischiava di affondare e da lui abbiamo ricevuto gli impegni e le promesse sul futuro dell’azienda, ci auguriamo che non ci siano sorprese riguardo la sua conferma». Intanto a Palermo, nei cantieri per la realizzazione dell’Anello ferroviario i lavori procedono a rilento. La causa, secondo i sindacalisti, sarebbe di un sottile braccio di ferro tra l’amministrazione comunale, che ormai si muove con i piedi di piombo quando si tratta di cantieri Tecnis, anche pressata dai residenti delle zine adiacenti agli scavi, e l’azienda. Ma anche gli operai, che pure ricevono adesso lo stipendio, da par loro, sono in attesa di conferme sulla ritrovata liquidità dei propri datori di lavoro.
Dunque, mentre da una parte Tecnis continua a chiedere ulteriore spazio di manovra nei cantieri già esistenti, da palazzo delle Aquile rispondono picche. E il risultato sono poche persone impiegate per lavori che sembrano interminabili, perché «Se non c’è lo spazio per potersi muovere con i mezzi a cosa serve tenere dieci persone in un cantiere? Non possono stare tutte attorno a un palo» continuano i rappresentanti sindacali. Il vento, tuttavia, sembra destinato a cambiare. Da settembre infatti, superata l’impasse estiva, è tutto pronto in via Emerico Amari per l’inizio dei tanto attesi doppi turni, fondamentali per completare un lavoro che doveva essere già consegnato alla città per i primi di marzo. Discorso diverso, invece, per via Sicilia e viale Lazio. «Lì non sarà possibile effettuare doppi turni, anche se ci tenterà di accelerare i lavori». Discorso a parte invece per il cantiere di piazza Politeama, al momento pressoché fermo. «I lavori – dicono D’Anca e Cirivello – sono al momento bloccati perché c’è bisogno di una piccola variante nel progetto. Un disguido che può capitare quando si ha a che fare con grandi opere di questo genere. Non ci vorrà molto, tuttavia, per riprendere a regime».
Ma la vicenda più complicata non riguarda un cantiere fermo da anni, ma dei lavori che non hanno ancora visto la luce: quelli di via Francesco Crispi. Lavori che avrebbero dovuto essere paratiti da un pezzo, ma che, sulla scia di tutto l’impianto sono slittati nelle tante proroghe necessarie per portare a compimento l’opera. In questo caso, tuttavia, non ci sarà da fare i conti solo con commercianti e residenti esasperati. Qui si dovrà intervenire su una delle arterie viarie principali della città per lavori che si svolgeranno prevalentemente sotto terra. «Non useranno una talpa – spiegano i sindacalisti – ma una tecnica di lavoro che si chiama a scatolare chiuso: costruiranno una piattaforma sorretta con dei pali e lavoreranno al di sotto, svuotando l’area come se fosse un tubo. Sono tuttavia lavori delicati per l’importanza della via, per questo serve la collaborazione di tutte le parti coinvolte: se non partiranno decisi e compatti verso l’obiettivo di rispettare la consegna – che già per forza di cose dovrà essere prorogata – sarà un casino».
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