Croce e delizia di ogni aspirante sportivo, il tema è stato affrontato anche da due ricercatori dell'università di Berkley che hanno dimostrato come la metà di quanti si propongono di fare attività fisica fanno poi molo meno di quanto si sono ripromessi
Andare in palestra, tra burocrazia e pigrizia Se la soluzione migliore è il fai da te
«Lunedì comincio». «Dopo le ferie mi iscrivo». Croce e delizia di ogni persona, l’avvio dell’autunno propone l’annosa questione dell’iscrizione in palestra. Quest’anno, per il secondo anno consecutivo, la stagione di apertura delle strutture sportive ha coinciso con le novità previste dal cosiddetto Decreto del fare approvato nel 2013. Motivo del contendere, ancora una volta, il certificato medico. Secondo la normativa, dall’anno scorso non è più obbligatorio richiedere il documento per l’attività amatoriale. Però molte strutture lo hanno imposto per ottenere l’iscrizione in palestra o in piscina, con una spesa media per la consulenza offerta da medici interni che si aggira tra i 30 ai 50 euro.
Confusione e soprattutto spese che si sommano alla scelta dell’attività sportiva da svolgere, alla vicinanza delle strutture, alla difficoltà di inserire la voce palestra nell’agenda settimanale. Un dato curioso che, sebbene risalga al 2006 sembra attuale, è quello rilevato da due ricercatori dell’università di Berkley. I docenti statunitensi Stefano Della Vigna e Ulrike Malmendier, in un paper la cui prima citazione è tratta da due libri della fortunata serie Bridget Jones di Helen Fielding, sostengono che la metà di quanti varcano la soglia di una struttura sportiva frequentano poi meno di quanto si sono proposti. Il loro lavoro si intitola Pagare per non andare in palestra e i colpevoli sembrano essere proprio gli imprenditori. Questi, infatti, mirano a far acquistare degli abbonamenti a lungo periodo. Ma gli aspiranti amanti del fitness vanno effettivamente in sala quattro o cinque volte anziché dieci, rendendo così inefficace la possibilità del cliente di risparmiare.
I dati empirici, dunque, confermano una convinzione comune. La soluzione migliore, allora sembra proprio il fai da te. Confidando nella clemenza del tempo meteorologico, le zone privilegiate dagli aspiranti sportivi in città sono villa Bellini e il lungomare. Altra meta gettonata, per gli universitari, sono le piste della Cittadella e per chi ha a disposizione un mezzo per muoversi in periferia, anche il boschetto della Playa. E se la fatica di trovare il luogo più idoneo è insormontabile si può tentare anche la soluzione indoor. Sono ormai molti i siti che propongono prodotti per il cosiddetto home fitness. Maggiori informazioni si possono trovare su portali specializzati.