Anche in Sicilia le carceri scoppiano

IL SOVRAFFOLLAMENTO DELLE CELLE NON RISPARMIA LA NOSTRA ISOLA. DOVE SI REGISTRANO 1.447 DETENUTI IN PIU’ RISPETTO ALLA CAPIENZA. PERCHE’ IL GOVERNO REGIONALE NON NOMINA IL GARANTE DEI DETENUTI? LE DICHIARAZIONI DI MARCO FALCONE

Il 15 ottobre, martedì prossimo, dovrebbe cominciare l’esame in Senato dei 2 disegni di legge su amnistia e indulto presentati dai senatori Compagna (Gal) e Manconi (PD). A rendere più celere l’iter parlamentare dei due progetti (un terzo è stato presentato alla Camera dal democratico Sandro Gozi) potrebbe contribuire l’attenzione al problema sollevato dal lungo messaggio alle Camere inviato qualche giorno fa dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per denunciare le inumane condizioni in cui sono costretti i detenuti nelle sovraffollate carceri italiane e, forse, ancora di più, le parole dei giudici della Corte Costituzionale, secondo i quali, relativamente ai problemi dell’invivibilità dei penitenziari italiani, “La Corte ritiene di non potersi sostituire al legislatore essendo possibili una pluralità di soluzioni al grave problema sollevato dai rimettenti, cui lo stesso legislatore dovrà porre rimedio nel più breve tempo possibile”.

Una bella tirata di orecchi, insomma, a una classe politica che non sa decidere e prova a demandare ad altri poteri dello Stato. La Corte dice, in sostanza: tocca a voi decidere, scegliete quello che volete, ma fate presto.

Secondo gli ultimi dati disponibili, in Italia, i detenuti sono quasi 66.000, di cui 39.000 con sentenza definitiva, rispetto a una capienza massima di poco più di 47 mila posti. Una situazione sulla quale è intervenuta anche la Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo, che ha già condannato l’Italia per violazione dei diritti dei detenuti. Il nostro Paese dovrà risolvere il problema entro il maggio del 2014.

Non è migliore, forse anche più pesante, anzi,come prevedibile, la situazione nelle carceri siciliane, dove, secondo il parlamentare del Pdl Marco Falcone, “si registrano 1447 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. Una situazione che costituisce una ulteriore emergenza, impone un’attenzione, non secondaria, da parte del Governo della Regione”.

Secondo l’ultima relazione del Garante dei diritti dei detenuti in Sicilia, che risale comunque al dicembre 2012, i detenuti nelle 28 carceri siciliane sono 7.098, rispetto ai 5.555 posti regolamentari disponibili.

Ci sono situazioni irreali e drammatiche, come al Pagliarelli di Palermo, i carcerati sono 1.304, rispetto a una capienza di 858, mentre all’Ucciardone ci sono 487 detenuti contro i 423 previsti. A Bicocca, Catania, i reclusi sono 257, ma la struttura potrebbe contenerne 141. Poi, c’è Agrigento: 417 invece di 262, e via dicendo.

“Alla luce degli elementi sin qui forniti è possibile, dunque, enucleare numerose Criticità – si legge nella relazione: il sovraffollamento, la vetustà degli istituti e la loro generale inadeguatezza, la scarsa attività rieducativa, trattamentale, sanitaria, la scarsa assistenza sociale intramuraria ed extramuraria, la diffusa insensibilità degli enti locali e delle amministrazioni pubbliche e private”.

A titolo meramente statistico, ricordiamo che i suicidi in carcere, in Sicilia, nel 2012 sono stati sei.

Al problema del sovraffollamento si aggiunge, poi, la carenza di personale di polizia penitenziaria

“Certamente – dice Marco Falcone – la costruzione di nuove strutture carcerarie e l’ampliamento degli organici della polizia penitenziaria sono di competenza dello Stato, ma l’organismo di vigilanza, cioè il Garante dei detenuti, che è a costo zero, come mai il Governatore Crocetta, ancora, non si decide a nominarlo?” .

“Non c’ è certamente un problema di candidature – ha concluso Falcone – noi, circa un mese fa, avevamo proposto il Segretario nazionale del Codacons, Francesco Tanasi, che ha tutte le carte in regola per ricoprire questo ruolo, ma anche la riconferma di Salvo Fleres che ha svolto l’incarico con perizia ed equilibrio raggiungendo ottimi risultati, andrebbe bene. Nulla di difficile, dunque, basta occuparsene un attimino”.

Il Codacons Sicilia, tra l’altro, il 5 settembre scorso, ha inviato un esposto al Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti di Strasburgo, denunciando la gravissima situazione in cui versano le carceri della regione e i detenuti. Per il Codacons la situazione delle 28 carceri siciliani configura una violazione delle norme vigenti, nello specifico vengono violati il principio del trattamento dignitoso dei detenuti , il divieto di trattamento degradante previste non soltanto dalla Costituzione italiana ma anche dalle norme comunitarie.

Tanasi ha chiesto al Consiglio europeo di Strasburgo, attraverso il Comitato europeo per la prevenzione della tortura, un intervento urgente volto a tutelare la dignità, la salute e l’incolumità dei detenuti reclusi nella carceri siciliani, ed interventi urgenti volti a sanare lo stato comatoso delle strutture detentive della regione.

 

 

 


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