L'appuntamento è per il 30 marzo a palermo. Nel capoluogo siciliano si riuniranno tutti quelli che sognano una sicilia libera dal giogo italiano- libera da quella finta unità che ha condannato l'isola al sottosviluppo - per partecipare alla 'marcia per l'indipendenza'. L'evento è organizzato dalla neonata unione degli indipendentisti siciliani e sarà anche un banco di prova della tenuta di questa tanto attesa coalizione.
Anche in Sicilia la marcia per l’Indipendenza: il 30 Marzo a Palermo
L’appuntamento è per il 30 Marzo a Palermo. Nel capoluogo siciliano si riuniranno tutti quelli che sognano una Sicilia libera dal giogo italiano- libera da quella finta Unità che ha condannato l’Isola al sottosviluppo – per partecipare alla ‘Marcia per l’Indipendenza’. L’evento è organizzato dalla neonata Unione degli indipendentisti siciliani e sarà anche un banco di prova della tenuta di questa tanto attesa coalizione.
Come sappiamo, infatti, il mondo indipendentista siciliano, seppur vivacissimo, finora è stato molto frammentato. Ma, i successi registrati dai movimenti separatisti nel resto d’Europa, sembrano avere riportato in primo piano, anche in Sicilia, la necessità di una unione che prescinda da singole sigle e da singoli leader.
Pochi giorni fa, a Bilbao, una folla oceanica ha partecipato alla marcia per l’indipendenza basca: per la prima volta i partiti minoritari della sinistra indipendentista si sono uniti ai conservatori del Partito nazionalista basco che governa la regione. Risultato: una manifestazione ‘storica’.
Uno scenario simile a quello catalano dove le rivendicazioni separatiste hanno unito il nazionalismo moderato tradizionale (Convergencia i Uniò) con la sinistra radicale di Esquerra Republicana. Risultato: una catena umana lunga 400km, lo scorso settembre, per dire a Madrid che il futuro della Catalogna si chiama autoderminazione.
Dieci giorni dopo, a Edinburgo, 21 Settembre 2011, la marcia degli indipendentisti, ha richiamato movimenti da tutta Europa per il ‘Yes Scotland day’. In Scozia, la battaglia è già ad una svolta: il referendum per la separazione del Regno Unito si celebrerà in autunno, Londra non si oppone a differenza della meno democratica Madrid. Un risultato che arriva dopo anni di battaglie politiche condotte dai partiti e movimenti scozzesi, che su questo punto, non si sono mai divisi.
Uno scenario che forse ha contribuito ad accelerare il processo di unificazione anche in Sicilia. Almeno cosi si spera.
Il tutto dettato da una insofferenza crescente verso uno Stato sempre più schiavo di una Unione europea (delle banche e della finanza) che ha dichiarato guerra al diritto allautodeterminazione dei popoli in contrasto non solo con i principi dei Padri nobili dell’Unione europea, ma anche con le decisioni assunte dallOnu che si è schierata al fianco delle battaglie separatiste catalane e scozzesi.
“LUnione Indipendentisti Siciliani, nel suo manifesto dichiara che:
– le agitazioni popolari che si stanno moltiplicando in tutto il mondo sono sintomo di malessere sociale; questo malessere deriva dal fatto che i governi ignorano o tentano di spegnere le voci del dissenso ed hanno privato il popolo di ogni speranza per il futuro. Per questa ragione i governi sono diventati arroganti e sordi innanzi alle istanze dei popoli e non fanno mistero alcuno di essere solo preoccupati di mantenere i privilegi delle caste e delle lobbies che li formano e sostengono;
– scelte scellerate dei deputati e governanti europei, italiani e quel che è peggio deputati al Parlamento Siciliano e governanti siciliani hanno consentito di imporre al popolo leggi del pari scellerate che consentono ad alcuni di rapinare ed avvelenare il territorio siciliano;
– la qualità della vita di sei milioni di siciliani è diventata pessima per mantenere intatto ed aumentare il tenore di vita e la ricchezza di qualche migliaio di politicanti servi dei banchieri e lobbisti e loro complici ascari dei poteri.
LUnione dei Comitati Siciliani di Indipendenza Nazionale invita dunque i Siciliani:
“a non cadere vittima delle lusinghe di chi li vuole adoperare ancora una volta a spese della Sicilia, ad abbandonare il berretto e ad abbracciare la bandiera della Trinacria unico nostro simbolo.
Noi non faremo rivoluzioni ma rivendicazioni giuridicamente corrette.
INVITIAMO tutti coloro che hanno a cuore la loro terra, il benessere sociale, la giustizia sociale, lequa distribuzione delle risorse, la tutela del diritto di tutti alla felicità ad unirsi e costituire un enorme movimento di massa IN CUI OGNI COMPONENTE E LEADER capace di potere fronteggiare la tentazione o il disegno di taluno di approfittare del momento per prendere il potere ed instaurare una nuova dittatura. Procuriamoci la bandiera della nostra Madreterra e uniamoci sulla strada e sulle barricate del diritto e della giustizia, della morale e delletica a difesa dei nostri diritti inviolabili di cittadini Siciliani”.
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Pugno duro di Madrid e dellUe contro il referendum separatista in Catalogna
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