‘Anatomia’ del Movimento 5 Stelle

di Lorenzo Ambrosetti

Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, con tutti i suoi adepti, si può classificare a rigore tra i movimenti estremisti.

L’estremismo, infatti, come si legge nella letteratura politica, si può considerare come un orientamento, un comportamento o un vero e proprio modello di azione politica adottato da un Movimento o da un Partito che rifiuta le regole del gioco della comunità politica, non riconoscendosi nelle finalità, nei valori e nelle istituzioni preposte alla vita pubblica e che agisce per modificarle radicalmente.

La polemica del Movimento 5 Stelle nei confronti dei Partiti, delle loro modalità di finanziamento, del loro rappresentare, in ultima istanza, una casta chiusa e refrattaria ai cambiamenti della società, sono sotto gli occhi di tutti.

Ciò che caratterizza tutti i movimenti estremisti, e quindi anche il Movimento 5 Stelle, è la tendenza a vedere i rapporti politici in termini di alternative radicali ed il conseguente rifiuto della gradualità e parzialità degli obiettivi, la ripulsa del negoziato e del compromesso, la pressante richiesta del tutto e subito.

In questa accezione l’estremismo del Movimento 5 Stelle si potrebbe avvicinare al radicalismo ed al massimalismo, nel senso di una visione radicalmente opposta a quella istituzionale, in una antitesi perenne e totale nei confronti dell’ordine costituito.

Le bordate polemiche che Grillo dal suo Blog lancia nei confronti dei Partiti tradizionali sembrano confermare in pieno queste analisi. Ciò che Grillo rimprovera ai principali Partiti politici dell’asse costituzionale è di rappresentare il vecchio, nel senso di un modo di fare politica ormai superato; e vi contrappone il suo e quello del suo Movimento, che aprirebbe alla società civile con un completo ricambio della classe politica.

Il problema è di verificare se quello di Grillo sia un estremismo di destra o piuttosto uno di sinistra.

L’estremismo di destra è quello delle classi “che hanno avuto”, il cui agire politico è rivolto alla difesa ad oltranza o alla riconquista delle proprie tradizionali prerogative politico-sociali. Il comportamento estremistico di questi gruppi si concreta nello sviluppo di movimenti portatori di una prassi eversiva e violenta, che rifiuta i vincoli formali della riduzione del conflitto a controversia propri della tradizione parlamentare.

L’estremismo di sinistra è invece quello delle classi “che non hanno mai avuto”, radicato nella classe operaia e nel sottoproletariato urbano, favorito dal basso livello di istruzione e cultura dei gruppi sociali più diseredati e perciò inclini a rappresentazioni semplificate e manichee della realtà socio-politica.

Il Movimento 5 Stelle non si può inquadrare nell’ambito di questa classificazione, né come di destra, né come di sinistra.

Su certe questioni assume posizioni conservatrici: si pensi al ritorno alla natura, alla polemica contro i termovalorizzatori; su certe altre questioni è marcatamente progressista.

In ogni caso, il Movimento 5 Stelle non sembra abbia intenzione sovversive, sebbene alcune prese di posizione del suo leader, Beppe Grillo,autorizzino a pensare a comportamenti incitanti alla rivolta o alla ribellione civile. Almeno fino ad ora, ha intenzione di restare nell’alveo del sistema democratico.

Si può piuttosto dire che il Movimento 5 Stelle ha le tendenze estremistiche di tutti i movimenti che si trovano allo status nascenti, in quanto latore di una fase di ricerca di una propria identità e di fini non negoziabili e di forme di lotta conseguentemente radicali.

Quello che bisognerà vedere, e questo lo potrà dire soltanto il tempo, è se il Movimento 5 Stelle si imbriglierà nel sistema o se resterà, come fondamentalmente è adesso, l’espressione più marcata a diretta di istanze che provengono dalla società civile.

La prima prova la si avrà proprio qui in Sicilia, dove il Movimento ha conquistato ben 15 seggi all’Ars. Sarà interessante vedere quale sarà la linea che tale Movimento terrà a Sala d’Ercole. A cominciare dall’impegno che hanno assunto con l’elettorato siciliano – che anche per questo li ha premiati – di ridurre drasticamente le indennità parlamentari.


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