Amore precario, amore perfetto: «Il giorno in più» di Fabio Volo

«È la storia di uno sfigato che cerca l’amore perfetto. Lo si capisce subito dalle due citazioni all’inizio del libro: alcuni versi di Pedro Salinas sull’amore perfetto e parte del testo di Creep, la canzone dei Radiohead». Così il professore Stefano Rapisarda, docente della Facoltà di Lettere, ha presentato giovedì scorso, all’Auditorium del Monastero dei Benedettini, il libro “Il giorno in più”, quarta opera di Fabio Volo.

La ricerca di questo amore diventa, per il protagonista, un viaggio. Volo racconta: «Giacomo parte per New York per incontrare Michela, la ragazza di cui si è innamorato». Una volta insieme, inizia il conto alla rovescia: i due giovani decidono di vivere la loro storia per nove giorni e restare insieme solo se alla fine si saranno resi conto di aver trovato quell’amore fatto di rispetto «in cui non ci si saccheggia – spiega Fabio Volo – e in cui si crea un terreno neutro che non appartenga solo ad uno dei due ma ad entrambi. Perché non bisogna essere due metà che cercano di unirsi, ma piuttosto due pezzi unici che condividano qualcosa. Penso di non dover trovare la donna della mia vita, ma una vita per la mia donna».

Il racconto di un amore a tempo determinato, quindi, un amore precario come la nostra generazione. «Siamo una generazione stanca – continua Volo – emotivamente devastata, perché siamo capitati nel mezzo tra l’idea tradizionale di famiglia e l’emancipazione femminile». Tanto che alla fine non sappiamo da che parte stare: «Purtroppo si pensa che tutto ciò che facciamo in modo diverso da come lo hanno fatto i nostri genitori sia un fallimento. Io volevo raccontare che si possono ottenere le stesse cose con percorsi diversi, che non c’è un solo modo di vivere. Dobbiamo uscire dai ruoli che la società ci assegna. Se la società ci ha fatto diventare come dei cubi, noi dobbiamo scolpirli fino a portare alla luce l’opera d’arte che c’è in noi. Ma è un cammino di sofferenza e coraggio, perché la prima conseguenza è quella di non piacere agli altri. E quando incontriamo qualcuno che dice di apprezzarci, finiamo per cedere come con il canto delle sirene. La maggior parte dei rapporti sono antidolorifici contro la solitudine. Ma gli antidolorifici non curano, anzi, creano assuefazione».

Allora meglio restare soli: «Alcuni vedono nei single persone superficiali» dice, mentre c’è chi resta da solo finché non è realizzato come uomo. O come donna. Volo scherza elogiando le zitelle: «Oggi le zitelle sono le donne più interessanti che ci siano. Se vieni educata ad essere una moglie, il tuo unico scopo sarà trovare un marito. Se pensi prima a realizzarti come donna, fai più fatica a trovare un uomo, ma migliori te stessa».

Poi se la prende coi giovani quando dice: «Come puoi passare dal divano di casa dei genitori a quello del partner? Prima di diventare marito o moglie devi imparare ad essere una persona, devi spaziare i tuoi orizzonti. Innamorarsi è un’alterazione della realtà affascinante, ma è come ubriacarsi. Il giorno dopo ti svegli senza sapere cosa hai fatto. Gli amori finiscono male perché ognuno di noi proietta le proprie necessità e aspettative sull’altro e ne rimane deluso, ma la verità è che un’altra persona non ci può dare ciò che non siamo riusciti a darci da soli».

È un discorso che vale soprattutto per le donne. Volo è molto attento al loro ruolo nella società tanto da dichiarare: «Ho iniziato a scrivere questo libro al femminile ma a differenza dei grandi scrittori che riescono a non far sentire la propria voce, io sono sempre presente. Quindi ho capito che era meglio scriverlo al maschile. E poi faccio la radio, la gente è troppo abituata alla mia voce, legge i miei libri e li immagina letti da me. Un libro intero in falsetto non era il caso».

Scherza col pubblico in continuazione, e ogni battuta è accompagnata dall’applauso delle ragazzine che lo adorano. Il segreto del suo successo è proprio quel mescolare temi seri che riguardano tutti ad un’ironia popolare facile da cogliere. Un nuovo “cretino di talento”, insomma.

E la sua scrittura riflette la sua persona. Citazioni letterarie – tra cui anche un riferimento al Paradiso di Dante – musicali e cinematografiche. Umorismo. Analisi della società. «Quando inizio a scrivere prendo appunti sugli argomenti di cui voglio parlare e poi invento la storia. Mi piace mettere emozioni che ho provato nella vita».

Presentatore, deejay, attore ma soprattutto scrittore. A chi gli chiede “Cosa farai da grande?”, Volo risponde subito «Lo scrittore. Non solo di libri ma anche di film. Questo romanzo dovrebbe diventare un film e io vorrei scriverne la sceneggiatura».

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Il Myspace di Fabio Volo
http://www.myspace.com/fabiovolo


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Presentato giovedì scorso all’auditorium dei Benedettini il quarto libro dello scrittore (ma anche presentatore, deejay, attore). «Innamorarsi è un’alterazione della realtà affascinante, ma è come ubriacarsi». «Volevo scrivere una storia al femminile, ma poi ho pensato che il pubblico conosce la mia voce. E un intero libro in falsetto non mi pareva il caso»

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