Il caso sollevato dalla trasmissione Le Iene continua a far discutere. Il pm vuole mandare a processo Davide Garofalo e A. S, ritenuti responsabili di quattro decessi con iniezioni d'aria nelle vene. L'accordo tra due clan mafiosi per sfruttare il settore
Ambulanza della morte, le richieste del pm Il gup deciderà a ottobre sul rinvio a giudizio
Si torna a parlare dell’inchiesta Ambulanza della morte a Biancavilla. Il pubblico ministero che ha condotto le indagini, Andrea Bonomo, ha chiesto il rinvio a giudizio per i due indagati, ossia gli adraniti Davide Garofalo, rinchiuso nel carcere di Bicocca, e A.S, denunciato a piede libero. Il caso fu svelato dalla trasmissione televisiva di Italia Uno Le Iene. I due ambulanzieri sono ritenuti responsabili di almeno quattro omicidi. Nel dettaglio, tre decessi sarebbero attribuiti a Garofalo, mentre una sola morte sospetta sarebbe a carico di A.S. Secondo gli inquirenti, ai malati terminali veniva iniettata aria nelle vene per provocarne la morte, per poi «vendere» i funerali alle associazioni criminali: le agenzie funebri compiacenti avrebbero offerto per il disturbo 300 euro a morto.
Secondo alcuni testimoni, i decessi sarebbero iniziati già dal 2012; sarebbero oltre 50 i casi di morte indotta sotto l’esame della lente d’ingrandimento. Le altre contestazioni riguardano il reato di estorsione, aggravato dal metodo mafioso, ai danni di un’impresa funebre di Biancavilla e l’utilizzo, con minacce, dell’ambulanza di quest’ultima, finita tra le grinfie dei componenti dei due clan mafiosi: da una parte i Mazzaglia-Toscano-Tomasello di Biancavilla e dall’altra i Santangelo-Taccuni di Adrano. Due famiglie che avevano deciso di unire le forze per sfruttare nel modo migliore questo settore. L’udienza preliminare davanti al Gup Giovanni Cariolo è stata fissata ad ottobre.