Alla Zisa 18 scuole celebrano la festa dell’accoglienza «Tutti i nostri alunni sono portatori di bisogni speciali»

Un mese e mezzo fa la festa dell’accoglienza realizzata presso la scuola media Antonio Ugo era stata al centro di vibranti polemiche partite da alcune testate giornalistiche nazionali e riprese dal turbinante mondo dei social media e di internet. Però sin da subito il Comune aveva difeso l’iniziativa, e per questo si è deciso di riproporla in forma estesa ai Cantieri Culturali della Zisa, per ribadire con forza lo spirito di inclusione che anima la città di Palermo.

E’ questa, per sommi capi, la genesi della festa dell’accoglienza di tutte le scuole e della cittadinanza, manifestazione che ha visto stamattina la partecipazione di studenti provenienti da 18 istituti scolastici cittadini, che si sono esibiti in canti, recite di poesie ed esecuzioni di brani musicali, oltre a contare la presenza di associazioni e volontari che operano nel circuito dell’inclusione sociale delle persone provenienti da realtà differenti, più o meno lontane. «E’ complicato – ammette Riccardo Ganazzoli, dirigente scolastico della Antonio Ugo – gestire tutte queste scuole che improvvisano, ma abbiamo cercato di arrangiarci. Nel nostro istituto facciamo questa festa da 13 anni, non mi sarei aspettato di arrivare a questo. In fondo le scuole sono le istituzioni che accolgono per eccellenza. Ogni anno accogliamo centinaia di sconosciuti, i nuovi studenti, tra i quali ci sono anche disabili e stranieri, ma tutti gli alunni sono portatori di bisogni speciali e la scuola deve dare risposte su misura».

Il dirigente precisa che la festa non deve essere strumentalizzata («una posizione sussurrata contrapposta al vociar scomposto degli aggressori»), e ribadisce come l’accoglienza sia «su tutti gli aspetti, in ossequio all’articolo 3 della Costituzione (l’uguaglianza sostanziale dei cittadini). E’ compito istituzionale della scuola rimuovere gli ostacoli economico-sociali». Però Ganazzoli spiega che è pronto un esposto in Procura (mancano solo la firma e il deposito) contro quelle testate e pagine internet che hanno gettato una luce sinistra su un evento normale: «Vedremo se è corretto chiamare parassitismo e lavaggio del cervello il libero esercizio della libertà democratica».

Ma, polemica a parte, durante la festa c’è stato spazio solo per lo spirito di comunità che è proprio di ragazzi di diverse provenienze (sociali, economiche, geografiche) che grazie alla scuola sono riuniti e compiono insieme esperienze formative. «Questa – sottolinea l’assessora comunale alla Scuola, Giovanna Marano – è innanzitutto una festa. A fine agosto avevamo lanciato un appello alla comunità scolastica sul tema dell’accoglienza e la manifestazione di oggi è frutto del lavoro di questi mesi. Se le scuole ce lo chiedessero potremmo pensare di ripetere nei prossimi anni questa festa allargata».

E se per il sindaco Leoluca Orlando la festa dell’accoglienza è segno che «è possibile testimoniare un cambiamento culturale per inviare il messaggio: io sono persona, difendiamo l’unica razza, quella umana», per il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Marco Anello bisogna «continuare il cammino della consapevolezza. La scuola è presente nonostante le strumentalizzazioni, la scuola palermitana è viva e oggi la celebriamo».


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