Alimentazione, scambio di semi in piazza «Ricreare la filiera contro le multinazionali»

Un centinaio di persone davanti al McDonald’s – regno dell’alimentazione sconsigliata e di massa – che si scambiano semi di varietà agricole autoctone siciliane. Contro la legge europea in vigore. È quello che è successo ieri mattina alle 11 in piazza Stesicoro a Catania dove Manitese, Forum acqua pubblica, A fera bio e Rifiuti zero Sicilia hanno organizzato un flash mob per promuovere e sensibilizzare i cittadini sulla sovranità alimentare e per la libertà dei semi.

«Si sono fermati tanti curiosi e ci siamo scambiati diversi semi, tra cui molti di grani antichi e quello della cicerchia, i ceci neri, il cui consumo è ormai in declino», racconta Danilo Pulvirenti, attivista e ambientalista catanese.

Il flash mob fa parte delle iniziative organizzate in tutto il mondo dal 2 ottobre (anniversario della nascita di Ghandi) al 16 ottobre (Giornata mondiale dell’alimentazione) per affermare e difendere la libertà di conservare, utilizzare e scambiare le sementi, e per contrastare le leggi europee che lo vietano. Dal 1998 la commercializzazione e lo scambio di sementi sono riservati, infatti, alle ditte sementiere multinazionali e vietati agli agricoltori. E con sentenza del 12 luglio, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha confermato il divieto di commercializzare le sementi delle varietà tradizionali e diversificate che non sono iscritte nel catalogo ufficiale europeo. «Ciò che i contadini hanno fatto per millenni è diventato così, di colpo, un delitto», scrivono in una nota gli organizzatori.

L’evento di ieri è solo il primo delle diverse attività in programma. Martedì 16 alle 19 nei locali della scuola media Cavour  di Catania si terrà un dibattito sul tema della sovranità alimentare. Si parlerà di qualità degli alimenti, normative europee in materia di agricoltura e sementi, sicurezza alimentare e cooperazione e giustizia tra i popoli. Tra i relatori anche Giuseppe Li Rosi, l’imprenditore agricolo che coltiva i grani antichi siciliani nella sua azienda Terre Frumentarie. Ci saranno anche le testimonianze dei gestori del blog ScambioSemi e dell’associazione Autogestione agricola, industriale e urbana.

«Non ci fermeremo. Vogliamo organizzare anche corsi di semina e trovare per esempio un panificio che sia disponibile a utilizzare i grani antichi, perché vogliamo ricreare la filiera. E, purtroppo, dovremo farlo quasi da zero», spiega Pulvirenti. Una serie di azioni per sensibilizzare cittadini e istituzioni su quanto «attraverso leggi ingiuste sia messa a rischio la sicurezza alimentare a causa dello strapotere delle multinazionali in materia di semi», dice. «I nostri contadini hanno migliorato geneticamente le sementi per secoli, senza bisogno di scienziati di laboratorio, e li hanno scambiati continuamente nell’interesse delle generazioni future – spiega l’ambientalista – Le multinazionali con gli Ogm, invece, vogliono diventare proprietarie del patrimonio genetico degli alimenti e questo non era mai successo nella storia dell’umanità. Dobbiamo diventare custodi del nostro futuro», suggerisce Pulvirenti.

[Foto di Resistenza Catanese]


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