Da domani torna su Raiuno la fiction che racconta le vicissitudini del giovane commissario di Vigata, nato dalla penna di Camilleri. L'attore palermitano racconta a MeridioNews il rapporto con il suo personaggio, il segreto del successo della serie targata Raiuno, la sua "ricetta" per lo sviluppo della Sicilia e i progetti in cantiere
Alessio Vassallo, il giovane Mimì Augello «Con Montalbano ho riscoperto la mia terra»
«Oggi sono innamorato del ragusano, ma Palermo è la mia città. Vedere in un tale stato di abbandono un luogo al quale sono così legato è straziante». Alessio Vassallo, classe 1983, è un palermitano doc, in giro per l’Italia con la sua terra nel cuore. «Basterebbe investire un po’ sulla cultura per fare economia» dice a MeridioNews l’attore che tornerà a vestire i panni del celebre vice commissario Mimì Augello nella seconda serie de “Il giovane Montalbano“.
«Mimì mi somiglia nell’ingenuità – spiega -: guardiamo entrambi al mondo con gli occhi di un bambino. Abbiamo un buon rapporto nonostante sia molto distante da me. Certo, ci metto del mio, ma lui è un corteggiatore d’altri tempi, di quelli che ti aprono lo sportello dell’auto».
Sei puntate in prima serata in onda a partire da domani per la fiction targata Raiuno e diretta da Gianluca Tavarelli. Dopo il boom di ascolti del 2012, ritornano sul piccolo schermo le vicende del commissario più amato d’Italia e del suo vice, fascinoso e ammaliatore. «In questa seconda serie – racconta Vassallo – alcune cose cambieranno: nascerà una forte amicizia con Montalbano e, anche se la linea della commedia resterà invariata, il mio personaggio sarà cresciuto e alcuni temi verranno affrontati in modo più umano. Però, la fissazione per le donne non gliela leva nessuno».
Alla vigilia del primo episodio il giovane attore racconta le sue impressioni su una Sicilia che ha molto da dire. «Vivo a Roma da quasi 12 anni, ma a Palermo c’è la mia famiglia e in Sicilia torno spesso per lavoro – spiega -. Ho girato la regione più adesso, per via delle riprese, che quando abitavo qui. Ho riscoperto una terra e un popolo ricchissimi». E la cultura per Vassallo può essere una risorsa, anche in termini economici. «Abbiamo festeggiato tutti insieme il 90esimo compleanno di Camilleri, noi e i ragazzi di Montalbano “classico” – dice -. Cesare Bocci, l’alter ego adulto di Mimì, mi diceva che quando hanno iniziato a lavorare il territorio era completamente diverso. Adesso c’è un porto mentre loro ricordano la palude, ad esempio. La cultura, in questo caso una produzione tv, ha portato benessere».
Grazie agli scorci e alle avventure che Montalbano porta sullo schermo, l’immagine della Sicilia è stata apprezzata dal pubblico italiano ed estero. «Siamo tutti stanchi di vedere sparatorie e degrado – dice ancora Vassallo -. Montalbano rappresenta un’Isola diversa e non stereotipata, un Sud che il mondo apprezza e che desidera conoscere di persona per tornarci. Ricevo lusinghe per questa terra attraverso i messaggi di cittadini francesi, tedeschi o inglesi che dopo essere stati in Sicilia desiderano ringraziare la produzione per questo spot magnifico che è la serie».
Certo c’è ancora molto da fare. «Ho girato la regione in occasione di alcuni festival – ammette – e mi sono reso conto di quanta risposta di pubblico ci sia. Le piazze e i luoghi si riempiono di gente che ha fame di cultura, una fame sedata da organizzatori e operatori che fanno i salti mortali perché le istituzioni contribuiscono solo con pochi euro. Gli eventi, le occasioni e le attività culturali portano lavoro, turismo, crescita sociale ed economia».
E nel futuro? Tra i progetti in cantiere un’esperienza all’estero e una scuola per attori da realizzare proprio in Sicilia. «Sto studiando recitazione in inglese – dice – e vorrei passare del tempo fuori dall’Italia, come arricchimento personale. Mi piacerebbe anche, in futuro, costruire in Sicilia qualcosa di concreto che resti. Penso a un gruppo di artisti che danno vita a una scuola di recitazione ed arti, a una squadra che progetti e programmi. Penso a una sede condivisa con operatori culturali e dello spettacolo che sia un posto in cui crescere, condividere e far partire qualcosa da giù».