La malattia pur bloccandogli le mani non gli ha impedito di diventare un fotografo. I suoi scatti, raccolti nella mostra Il mare e dintorni, sono esposti sino a domani nel salone della parrocchia Gesù Maria e Giuseppe di via Ausonia 71, a Palermo. Il mare è la sua seconda passione e grazie ai corsi della "Lega navale Palermo centro" è diventato anche aiuto timoniere
Alberto che ha vinto tetraparesi spastica e pregiudizi «Il mio sogno? La regata Palermo-Montecarlo»
«Il mare mi fa sentire libero, lì dimentico tutti i miei difetti e mi viene voglia di andare al di là degli orizzonti». Il senso di Alberto per il mare sta tutto qui, aperto come il suo sorriso e disposto ad andare oltre ogni confine, come il suo sguardo e il suo entusiasmo chiedono. Alberto Bilardo è un ragazzo palermitano di 20 anni affetto dalla nascita da una tetraparesi spastica che pur bloccandogli le mani non gli ha impedito di diventare un fotografo ed esporre fino a domani a Palermo le sue 23 opere alla mostra Il mare e dintorni. Una passione, quella per il mare e la fotografia, che non si è arresa neanche di fronte agli sfiancanti ostacoli burocratici, con un sostegno così a singhiozzo da costringere lui – e tante altre famiglie – a cercare un’alternativa privata. Così, da un corso con il fotografo Cristiano Mattina Interguglielmi, le lezioni sono diventate passione, fino alla mostra con foto mozzafiato di panorami bellissimi, come la scogliera di Cala rossa a Terrasini.
«I paesaggi della natura sono quelli che mettono in risalto tutte le miei emozioni e i sentimenti che ho per la vita», dice Alberto, che dai limiti del suo corpo non si è fatto ingabbiare, anzi. Grazie ai corsi della “Lega navale Palermo centro” guidata da Beppe Tisci è diventato aiuto timoniere e alla regata Palermo – Ustica la sua barca è anche arrivata prima, vincendo un premio nel team disabili. «C’era brutto tempo – racconta Alberto – siamo partiti da Mondello alla velocità di sette nodi e mezzo, la barca era inclinata, ma la meraviglia è più forte della paura». Sorride accanto a lui la madre, Laura Cantone, che confessa: «Per me la paura è stata più forte della meraviglia», ma pare che i problemi dell’equilibrio in barca non abbiano mai impensierito troppo Alberto, che anzi ammette: «Amo fare cose pericolose».
Prima della fotografia ad Alberto Bilardo sarebbe piaciuto diventare arredatore. «Dopo il diploma volevo fare un corso di formazione in un ente riconosciuto dalla Regione – dice – Il preside dell’istituto mi ha detto che sarebbe stato meglio per me fare un corso di aiuto cuoco. Con le mie mani, che grande stupidaggine. Se mi fosse piaciuto fare il cuoco anche in queste condizioni mi sarei adattato, ma a me piaceva l’arredatore. E invece sono stato messo alla porta. Forse perché il centro avrebbe dovuto pagare un insegnante di sostegno che mi spettava per legge».
«Alberto ha la passione per la vela, l’equitazione, la fotografia, non sta fermo un attimo – dice la madre – Ha tanti interessi, spero riesca a coltivarli per farne una professione, ma occorrono più strutture, alle famiglie manca il sostegno e la Sicilia è così indietro che a volte ho pensato di andare via. Ma come si fa a lasciare tutto? – chiede – Tanti ragazzi come Alberto hanno grandi capacità, perché fermare i loro ideali solo per dei problemi motori?».
«Attraverso le mie foto vorrei fare conoscere le piccole cose che gli altri magari non notano», spiega Alberto, ma confessa che il sogno nel cassetto è un altro: «Vorrei fare la regata Palermo –Montecarlo». «Poi ne riparliamo», taglia corto, ridendo, la madre. Intanto, per chi volesse sfidare i propri limiti, ci sono gli scatti di Alberto, in mostra fino a domani nel salone della parrocchia Gesù Maria e Giuseppe di via Ausonia 71, a Palermo.