La città metropolitana prova nuovamente a disfarsi della struttura lasciata abbandonata per anni. Tra le clausole, ma solo per cinque anni, c'è l'obbligo di destinazione d'uso a fini alberghieri. Soddisfatto il sindaco di Paternò Nino Naso
Albergo Sicilia in vendita per soli 380mila euro In settimana ci sarà la pubblicazione del bando
ll suo valore un tempo era di oltre un milione e mezzo di euro. Dopo anni di abbandono, con in mezzo i tanti atti vandalici, l’immobile si è del tutto svalutato e adesso vale solo 380mila euro. Si tratta dell’ex hotel Sicilia di Paternò, in via Vittorio Emanuele, vicino ai giardini Moncada. Un tempo struttura ricettiva rinomata, oggi quasi una beffa da svendere.
La città metropolitana, che è proprietaria, ha avviato l’iter per la vendita. Si tratta di oltre 1800 metri quadrati per quanto riguarda l’area interna, più altri 1815 metri quadrati di spazi esterni e terrazze. L’ex hotel è composto da quattro piani, oltre a un seminterrato e a un locale tecnico al quinto piano. Ad avviare la procedura il sindaco metropolitano Salvo Pogliese, ieri pomeriggio presente a Paternò accanto al sindaco Nino Naso e al deputato regionale Gaetano Galvagno. Sul tavolo i termini del bando di vendita che sarà pubblicato tra qualche giorno.
«Riteniamo la base d’asta un prezzo accessibile, anche considerando la situazione complessiva in cui si trova l’edificio – spiega Pogliese-. Mi auguro che qualche imprenditore, magari locale, possa vincere questo bando attraverso il quale avviare una nuova realtà che credo manchi in città». La struttura dovrebbe rimanere un albergo: nel bando, infatti, è stato inserito il vincolo di destinazione d’uso a fini turistico-alberghiero. Ma il condizionale è d’obbligo poiché la clausola è di soli cinque anni.
«A Paternò è necessaria la presenza di una struttura ricettiva – conclude Pogliese – in quanto l’offerta è limitata ad alcuni bed and breakfast». Soddisfatto il sindaco Naso che parla di una «ottima sinergia con Pogliese. Anche perché non si può tenere un luogo simbolo della città in quelle condizioni. Nel nostro territorio ci sono troppe incompiute che non sono di proprietà Comune».