Albergheria, proteste contro l’incubo allagamenti Sul collettore «tempi lunghi, scriveremo al prefetto»

«Bastano pochi minuti di pioggia e via Porta di Castro
torna a essere il fiume Kemonia». Così uno dei residenti descrive la situazione che da anni ormai si ripete quando arrivano i primi temporali. Oggi dieci consiglieri e il presidente della I Circoscrizione Massimo Castiglia sono andati, insieme a una delegazione di residenti e imprenditori del quartiere Albergheria, nella sede della So.Ge.Sid (Società statale per la gestione degli impianti idrici) per protestare contro gli enormi disagi legati agli allagamenti continui che si verificano anche in Piazza Ballarò, Piazza Casa Professa e via Ponticello. I toni si fanno subito accesi: «Ogni volta che piove si rischia il morto», dice un altro degli intervenuti. Dopo l’incontro con un tecnico dell’azienda ne è stato fissato un altro per lunedì prossimo con il Rup  (responsabile unico del procedimento ndr) sempre nella stessa sede. 

Da quattro anni
si aspetta l’avvio della gara d’appalto da 33 milioni di euro (fondi CIPE del 60/2012) per la realizzazione del collettore Sud Orientale che consentirebbe di intercettare le acque provenienti dai bacini a monte di Piazza Indipendenza e convogliarle nell’impianto di depurazione di Acqua dei Corsari che potrebbero evitare le esondazioni che provocano danni considerevoli a persone e cose. Il presidente Castiglia ha annunciato che si rivolgerà al prefetto per accelerare i tempi di realizzazione dell’opera: «Questo incontro non ci lascia per niente soddisfatti – afferma – è chiaro e netto il continuo rimbalzo tra vari commissari e funzionari che ci portano a perdere di vista i problemi reali di chi vive in via Porta di Castro, di chi ci lavora. Qui c’è un chiaro segnale di rischio di dissesto idrogeologico che ci porta a dire che potrebbe diventare come Giampilieri. Senza un adeguato sistema di smaltimento delle acque qui è il caos più totale». Poi aggiunge: «Proveranno adesso a farci parlare con il Rup Giovanni Pizzo e dopo vedremo di incontrare il commissario. Comunque scriveremo al prefetto e lanceremo un appello ai cittadini per andare insieme davanti alla Prefettura. Non possiamo aspettare i tempi che ancora ci sono da attendere, visto che siamo ancora fermi alla gara di verifica del progetto. Vogliamo pure risposte sui fondi. Ci sono ancora?».  

La situazione descritta è davvero complessa e difficile da sostenere per chi vive e lavora nella zona: «Ho un b&b qui da un anno e mezzo, ma mi è capitato almeno due o tre volte che quando piove per venti minuti rimaniamo bloccati con tutti i nostri clienti all’interno della struttura  – riferisce Davide Beninati che gestisce il bed&breakfast 
Dietro la Cattedrale –  perché non c’è nessuna possibilità di uscire. È capitato anche che uno dei miei ospiti abbia perso il volo. Se non si prendono dei provvedimenti seri non ne verremo mai a capo. Alcuni di loro sono rimasti impressionati e ci hanno chiesto: “Ma come vivete?”. Siamo a pochi passi da Palazzo dei Normanni e facciamo una figura misera». Stessa situazione descritta anche dal titolare del B&B Porta di Castro: «La struttura si estende su tre livelli e anche a pianterreno – dice Alessandro Valguarnera -. Negli ultimi venti anni in via Porta di Castro sono stati edificati dei magazzini poi occupati abusivamente. C’è una famiglia in particolare che ogni volta che arriva il fiume d’acqua scappa portandosi dietro anche un bambino. Noi abbiamo alzato dei separatori in alluminio davanti alle porte per non fare entrare l’acqua, inizialmente erano alte 50 centimetri, ora sono di 70 centimetri. Da dieci anni ho questa attività però la situazione è peggiorata negli ultimi due anni. Mentre prima il torrente si formava una volta l’anno, adesso è costante». 

Dal canto suo la So.Ge.Sid ha ascoltato e risposto alle domande dei presenti: «Noi abbiamo informato del fatto che siamo subentrati alle stazioni appaltanti precedenti per l’attuazione di tutti gli interventi finanziati con le delibera Cipe 60 – afferma l’ingegnere Cecilia Corrao del So.Ge.Sid – prima come struttura operativa a supporto del commissario regionale e ora a seguito della nomina del commissario unico per la depurazione nazionale. Abbiamo dato corso a tutti gli interventi che abbiamo ereditato a partire dallo stato di attuazione nel quale ci sono stati consegnati». Corrao spiega che «non tutti gli interventi erano già esecutivi a livello di progettazione e in alcuni casi i progetti esecutivi ereditati non erano immediatamente cantierabili, per cui abbiamo dovuto verificare di nuovo in termini tecnici gli interventi dal punto di vista della progettualità. Questo ha comportato un momento di impegno per l’avvio di procedure di gara per l’affidamento dei lavori. Nel caso specifico del Collettore sud orientale è un progetto esecutivo che non aveva completato l’iter operativo».
 

«Noi abbiamo chiuso la fase della conferenza di servizi e dell’acquisizione dei pareri, però abbiamo dovuto bandire una gara di verifica perché non era stato verificato, né era stato identificato il soggetto deputato a farlo. Chiaramente i tempi di questa gara si sono anche allungati perché è stata bandita dal commissario precedente e c’è stato un momento di passaggio di consegne. La commissione giudicatrice sta lavorando e pensiamo di arrivare all’aggiudicazione in tempi brevi». Non si può avere dunque ancora «un orizzonte temporale certo  – conclude Corrao – stimiamo che l’aggiudicazione dei lavori possa avvenire entro la fine dell’anno, per cui dagli inizi dell’anno prossimo potremo cominciare a predisporre gli atti per la gara di affidamento dei lavori. Stiamo cercando di accelerare i tempi, abbiamo in corso più di venti gare. Dal punto di vista umano siamo solidali con chi si trova in questa situazione e siamo a disposizione anche per altri incontri».   


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