Agrigento, prefetto Diomede rimosso dal governo Indagato nel caso Girgenti, lascia posto a Caputo

L’ipotesi era nell’aria e ha trovato conferma in mattinata. Ad Agrigento arriverà un nuovo prefetto in sostituzione di Nicola Diomede. Il cambio si inquadra in una rotazione che interessa anche le prefetture di Messina e Ragusa, dove arrivano rispettivamente Filippina Cocuzza e Maria Carmela Librizzi (che lascia Ragusa). La sostituzione di Diomede arriva a due giorni dalla notizia dell’inchiesta che ha coinvolto 73 persone che a vario titolo hanno avuto rapporti con Girgenti Acque, la società dell’imprenditore Marco Campione, che in provincia gestisce la quasi totalità del servizio idrico. Al posto di Diomede – indagato per associazione a delinquere, corruzione, truffa, ricettazione, corruzione elettorale e false comunicazioni in ambito societario – il consiglio dei ministri ha scelto Dario Caputo

Sessant’anni e con una laurea in Scienze politiche, Caputo è stato fino a oggi vicecapo di gabinetto nel ministero per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno guidato da Claudio De Vincenti. L’insediamento arriva in un momento particolarmente delicato per l’ufficio territoriale del governo, che nei giorni scorsi ha ricevuto le perquisizioni di guardia di finanza e carabinieri. I sospetti della procura agrigentina nei confronti di Diomede – formalmente collocato a disposizione – potrebbero riguardare anche la gestione della certificazione antimafia nei confronti di Girgenti Acque. Documento che la società di Campione avrebbe ottenuto, dopo un lungo periodo in cui avrebbe operato senza e nonostante l’imprenditore fosse stato già condannato in via definitiva per la vicenda del cemento depotenziato finito nell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Sulla questione, nell’estate del 2015, il senatore del Movimento 5 stelle, Mario Giarrusso, aveva fatto un’interrogazione parlamentare a palazzo Madama, in cui si ricordavano le vicende giudiziarie in cui l’impresa era stata coinvolta: «Non si comprende come possa configurarsi una situazione tale per cui una società privata cui compete la gestione di un bene pubblico sia in grado di operare da oltre tre anni in assenza della necessaria certificazione antimafia, senza che il prefetto si pronunci in merito», chiedeva Giarrusso al governo nazionale.

Tra i primi impegni che vedranno impegnato Caputo ci sarà la valutazione della relazione prodotta dalla commissione prefettizia che per sei mesi ha indagato all’interno del Comune di Camastra, per capire se l’ente locale possa essere stato oggetto di infiltrazioni di Cosa nostra. L’ipotesi è emersa in seguito all’inchiesta Vultur che ha portato all’arresto dei vertici del clan Meli.

Redazione

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