Agrigento, muore dopo essere stato dimesso Indagati otto medici del San Giovanni Di Dio

«Non abbiamo ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalla Procura, ma faremo il nostro dovere come sempre fatto». A parlare è il presidente dell’Ordine dei medici di Agrigento, Salvatore Puma, poco dopo la diffusione della notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati di otto medici del pronto soccorso e del reparto di cardiologia dell’ospedale San Giovanni di Dio. L’indagine, condotta dal pm Matteo Delpini, nasce per fare luce sulla morte di Sebastiano Bellanca, il 63enne deceduto nei giorni scorsi dopo essere stato dimesso dal nosocomio agrigentino. 

L’uomo era giunto al San Giovanni di Dio lamentando forti dolori addominali e sospettando un principio di infarto, che però, dopo l’effettuazione degli esami del caso, non era stato riscontrato dai medici. Dopo essere rimasto in osservazione durante la notte, il 63enne è stato mandato a casa dove però, poco dopo, un altro malore lo ha colpito, stavolta fatalmente. A causare la morte di Bellanca sarebbe stato un infarto fulminante.

Da lì, la denuncia del cognato della vittima, l’imprenditore Salvatore Moncada, secondo il quale potrebbero esserci state negligenze da parte del personale ospedaliero: «Siamo venuti a conoscenza dell’indagine dalla stampa – dichiara Puma -. Non appena avremo conferme dalla magistratura apriremo il procedimento disciplinare. La speranza chiaramente è che tutto possa essere chiarito e che possa scoprirsi che all’origine dell’accaduto ci sia stata soltanto una fatalità». 


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L'indagine è iniziata dopo la denuncia del cognato della vittima che il 19 settembre si era recata nel nosocomio lamentando forti dolori addominali. Dopo l'osservazione durata una notte, è stato rimandato a casa dove, però, un malore lo ha ucciso. Il presidente dell'Ordine dei medici: «Faremo il nostro dovere»

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