Agrigento, favori e assunzioni per evitare tasse Coinvolti funzionari pubblici e Girgenti Acque

Cancellazioni di avvisi di pagamento delle imposte in cambio di favori e assunzioni. La Guardia di finanza di Agrigento ha fatto luce su un giro di presunta corruzione attorno all’agenzia delle entrate della città di Pirandello. Coinvolti funzionari e imprenditori tra cui spicca Marco Campione, amministratore delegato di Girgenti Acque, ai domiciliari. In carcere anche dipendenti pubblici infedeli, funzionari e dirigenti locali dell’Agenzia delle entrate, compreso il direttore provinciale, accusati a vario titolo di falso e corruzione.

In totale sono quindici le misure cautelari: quattro persone in carcere, sette agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, due si dovranno presentare ai carabinieri di Agrigento e per altri due è scattato il divieto temporaneo dell’esercizio della professione. Secondo l’accusa gli imprenditori, tra cui Campione, versavano somme di denaro, assumevano famigliari dei dipendenti e, in un caso, sarebbe stata falsificata una carriera universitaria e in cambio le imposte da pagare venivano cancellate con un colpo di penna. 

«Non è l’unico caso – ha spiegato il procuratore capo di Agrigento Renato Di Natale -. Non abbiamo prova del contrario e vedremo dalle indagini, ma la disinvoltura dei personaggi dell’Agenzia delle entrate, destinatari oggi delle misure cautelari, che non avevano remore a conversare con il contribuente che fa i ricorsi o nell’incontrarsi fa dedurre che potrebbe esservi altro. Le intercettazioni sono chiare, chiarissime – ha aggiunto – e non c’è alcuna remora a conversare fra di loro. Non ci sono linguaggi criptici da interpretare. Non sappiamo se e quante altre situazioni di questo genere vi siano all’interno dell’agenzia delle entrate. Leggere le carte di questa inchiesta mi ha sconvolto».

Le manette sono scattate per Vincenzo Tascarella, funzionario dell’agenzia delle entrate. «Nella sua qualità di pubblico ufficiale – scrive la Procura – accettava la promessa di una somma di denaro per omettere atti del proprio ufficio e per compiere atti contrari ai propri doveri d’ufficio. Tascarella – prosegue la Procura – accettava la promessa della somma di denaro per favorire l’annullamento dell’avviso di accertamento da lui stesso emesso con un provvedimento di autotutela, piegando la propria funzione istituzionale di funzionario dell’agenzia delle Entrate all’interesse della società contribuente». 

I pubblici ministeri sottolineano poi un caso di presunta corruzione legato a Campione e Pietro Pasquale Leto che all’epoca in cui scattò l’inchiesta era dirigente in servizio alla direzione regionale delle Entrate di Palermo e dal 13 gennaio del 2014 direttore della direzione provinciale delle entrate di Agrigento. «Leto, nella sua qualità di pubblico ufficiale, accettava la promessa di Marco Campione, rappresentante legale della Girgenti Acque, – scrive la Procura – di altra utilità, consistente nell’assunzione a tempo indeterminato della propria figlia, presso l’ufficio legale della Girgenti Acque».

Già da tempo sulla Girgenti Acque gravano ombre giudiziarie e il caso è stato portato in Parlamento dal Movimento cinque stelle che ha articolato una circostanziata denuncia. A proposito delle facili assunzioni, il 12 marzo del 2015 la commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ha sentito il procuratore di Agrigento, Ignazio Fonzo che, a proposito di Girgenti, prima di chiedere la secretazione degli atti, ha parlato di «assumificio». L’interrogazione torna anche su questo aspetto. «Non risulterebbero chiari – sottolineano i senatori – i criteri di assunzione del personale in un’azienda che finora ha posto diniego alla richiesta di prendere visione della pianta organica e degli elenchi del personale avanzata da deputati dell’Ars».

L’ordinanza è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento Francesco Provenzano su richiesta del procuratore della Repubblica Renato Di Natale, dell’aggiunto Ignazio Fonzo e del sostituto Andrea Maggioni. In carcere sono finiti Antonio Vetro, consulente fiscale, Vincenzo Tascarella, funzionario dell’agenzia delle entrate, Giuseppe Cumbo, dipendente dell’Agenzia delle entrate, Giuseppe Castronovo, dipendente dell’Agenzia delle entrate; ai domiciliari con l’obbligo del braccialetto elettronico, Pasquale Pietro Leto, direttore dell’Agenzia delle entrate di Agrigento, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico; Filippo Ciaravella, funzionario dell’Agenzia delle entrate, Salvatore La Porta, imprenditore, Marco Campione, Michele Daina, Antonino Migliaccio; obbligo di presentazione ai carabinieri per Francesca Leto e Pietra Callea; divieto temporaneo per otto mesi dell’esercizio delle professione medica per Giovanni Crapanzano e per sei mesi a Santo Pitruzzella.


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