Agrigento: cannonate a Punta Bianca. Mare Amico: “I bombardamenti danneggiano l’area” VIDEO

L’AREA DELLA COSTA AGRIGENTINA DOVREBBE ESSERE DICHIARATA RISERVA NATURALE. INTANTO SI CONTINUA A SPARARE METTENDO A RISCHIO LA FALESIA ED INQUINANDO IL MARE

Blindati e cannonate. A poligono di tiro di Drasy a Punta Bianca, bellissimo tratto di costa agrigentina,  a pochi chilometri dalla Valle dei Templi e dalle famose spiagge della Scala dei Turchi,  la brigata Aosta, si esercita da 58 anni. L’area dovrebbe essere riconosciuta come riserva naturale, ma intanto “i bombardamenti – denuncia l’associazione ambientalista MareAmico – avrebbero causato crolli della assai fragile falesia e gravissimi danni di inquinamento del mare a causa dei quintali di piombo ed altri materiali pericolosi, contenuti nei proiettili e nelle ogive, che vengono sparati in acqua”.  L’associazione ha diffuso questo video (in calce all’articolo) davvero agghiacciante.

“Tutti coloro i quali hanno visto questo video e queste foto hanno ricevuto come sensazione un pugno allo stomaco- dice l’associazione Mare Amico- Vedere scorazzare jeep, camion, blindati e truppe di uomini in assetto da guerra in un area destinata alla massima tutela fa rabbrividire!


Noi queste cose le sapevamo già, le avevamo viste tante volte, le avevamo raccontate ma eravamo stati sempre smentiti dalle Istituzioni: ci ripetevano che loro non sparavano a mare, che non danneggiavano i territori, che le vibrazioni e i botti non provocavano i crolli in questa falesia molto fragile ed invece queste cose purtroppo succedono da 58 lunghi anni!
Ora è giunto il momento di dire BASTA ALLE ESERCITAZIONI MILITARI A DRASY!
Noi non siamo contro l’esercito, i militari e le esercitazioni ma certamente questo va fatto in un posto idoneo e non certamente a poca distanza da un patrimonio dell’umanità rappresentato della Valle dei templi di Agrigento e dentro un’area – già individuata dalla regione siciliana – come zona immodificabile da tutelare e candidata a diventare presto riserva naturale orientata”.
Nei prossimi giorni le associazioni ambientaliste agrigentine consegneranno un dettagliato dossier al Ministro dell’ambiente e all’Assessore regionale siciliano al territorio attraverso il quale racconteranno cosa succede dentro queste aree.
Ed intanto nei prossimi 26, 27 e 28 maggio l’ARPA regionale continuerà le indagini ambientali presso l’area di drasy e nel mare prospiciente, al fine di ricercare sicuri inquinamenti, causati dalla violenza delle esplosioni nel tempo.


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