«Si tratta di un fenomeno culturale che non è così facile da arginare». Mastica amaro Riccardo Castro, presidente del Seus, la società consortile che cogestisce il servizio di emergenza-urgenza 118 in Sicilia, nel commentare l’ultima violenta aggressione a un equipaggio di un’ambulanza, avvenuta a Catania nella notte tra domenica e lunedì. Due minorenni, di 13 e 17 anni, hanno picchiato un’autista e un medico che erano intervenuti in un’abitazione lungo via Sant’Euplio per assistere una donna anziana. Per bloccare le due minorenni è stato necessario l’intervento del reparto Volanti della polizia mentre i sanitari sono stati costretti alle cure dei medici del Pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi-centro. Dopo essere stati refertati hanno deciso di tornare a lavoro, evitando così l’assenza di un equipaggio durante il resto del turno di notte. «Chi lavora nel 118 – commenta Castro a MeridioNews– viene esposto a rischi maggiori perché opera in strada e deve fronteggiare situazioni non facili. Spesso però le aggressioni non sono solo quelle fisiche ma soprattutto verbali».
Ma se l’attesa per un cambiamento culturale è strada lunga da percorrere di certo ci sarebbe bisogno di qualche intervento concreto per provare ad arginare eventi come quelli avvenuti nel capoluogo etneo. «Stiamo cercando di organizzare dei corsi di autodifesa per il personale e, al vaglio degli uffici, c’è la possibilità di dotare le ambulanze di webcam», spiega Castro. Deterrenti che si andrebbero ad aggiungere all’inserimento delle aggressioni agli autisti soccorritori nelle linee guida emanate con decreto assessoriale della Regione Siciliana. Una sorta di tutela, resa in maniera esplicita, che andrebbe ad equiparare queste figure a quelle già di interesse sanitario. «Tutto l’equipaggio avrebbe lo stesso tipo di salvaguardia contro le aggressione sia verbali che fisiche. Tuttavia servirebbe anche un tavolo in prefettura sulla sicurezza degli operatori. C’è una circolare che, per esempio, vieta ai carabinieri di salire in ambulanza. Noi proponiamo, invece, una deroga, interpellando l’assessorato regionale alla Salute affinché faccia da tramite con il comando generale dell’Arma». spiega a MeridioNews Stefano Casabianca, presidente dell’AASI Associazione Autisti Soccorritori Italiani.
Stando ai numeri resi noti nelle scorse settimane, nel 2023 sono stati oltre 426mila gli interventi effettuati dal 118 in Sicilia. Il fronte dell’emergenza però non gode di buona salute anche dal punto di vista delle risorse umane che vi operano. «C’è un totale distacco da parte dei giovani, sia laureati che specializzati, nell’affrontare i percorsi dell’emergenza – conclude Castro – Non è una cosa bella e riguarda anche chi lavora in Pronto soccorso».
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