Arrestato e condannato nell'ambito dell'operazione Fiori Bianchi, l'uomo era tornato in libertà ad aprile 2018. Da allora è cominciato un calvario per la 47enne e per i due figli. Ad ammanettarlo i carabinieri della compagnia di Gravina di Catania
Affiliato ai Santapaola tenta di uccidere ex convivente Cosparge donna di benzina ma accendino si inceppa
Un 48enne è finito indagato per
tentato omicidio, tentato danneggiamento e atti persecutori. L’uomo è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo radiomobile della compagnia di Gravina di Catania. Si tratta di un pluripregiudicato e affiliato al clan mafioso Santapaola–Ercolano arrestato e condannato nell’ambito dell’operazione Fiori Bianchi. Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, hanno fatto luce sulla condotta persecutoria posta in essere nel tempo dall’uomo nei confronti dei familiari, culminata nel tentativo di omicidio dell’ex convivente 47enne.
Dopo la scarcerazione avvenuta
nell’aprile del 2018, il 48enne non aveva accettato la decisione della compagna di interrompere la loro relazione. La donna era rimasta in silenzio timorosa di probabili ripercussioni sui loro due figli di 19 e 21 anni e, in particolare, su quest’ultimo che si era apertamente schierato in sua difesa avendo più volte assistito alle violenze del padre ai suoi danni. Nel tempo, l’ha privata della sua serenità procurandole un continuo stress psicologico mediante continui passaggi a piedi ed in auto sotto la sua abitazione, oppure con innumerevoli telefonate e messaggi al suo telefono ed a quello dei figli, consentendole inoltre di frequentare soltanto appartenenti alla sua famiglia per imporle di fatto il veto di allacciare altre relazioni sentimentali.
A inizio luglio l’ha aggredita picchiandola. L’indomani la donna, scesa in strada per depositare il sacchetto dell’immondizia, aveva visto l’ex convivente che infuriato e con una bottiglia nelle mani stava c
ospargendo di liquido infiammabile la sua autovettura e lo scooter del figlio. La donna gridò per attirare l’attenzione dei vicini ma l’esagitato, per nulla intimorito, aveva cosparso anche lei di liquido infiammabile minacciandola di morte insieme al figlio quindi ha tentato di appiccare le fiamme con un accendino che, solo per un malfunzionamento, ha impedito la tragedia.