Affaire Irsap: nuovo ricorso (e nuove minacce) per Alfonso Cicero

A pochi giorni dall’udienza dinnanzi al Tar Sicilia, fissata per il prossimo 26 Novembre, in cui si comincerà ad entrare nel merito del ricorso contro l’illegittimità della sua nomina, il Geometra Alfonso Cicero, Presidente dell’Irsap (Istituto regionale per le Attività produttive) torna a denunciare nuove minacce. Questa volta, dopo il ritrovamento, la scorsa estate, di alcune bottiglie contenente liquido incendiario vicino al palazzo dove abita, si sarebbero notati ‘strani movimenti’ di persone che le Forze dell’Ordine stanno cercando di identificare.

Cicero, che notoriamente è uomo vicino alla Confindustria Sicilia di Antonello Montante, collega quanto accaduto alle sue denunce relative alla gestione delle Asi (aree di sviluppo industriale) ora inglobate dall’Irsap. Ma, forse, sarebbe più ‘opportuno’ lasciare trarre le conclusioni alle istituzioni preposte alle indagini. La precisazione non è casuale. Troppo spesso abbiamo sentito parlare di denunce  (sia lo stesso Presidente Irsap che quello della Regione siciliana) come fossero sentenze di condanna. Il che, significherebbe, a nostro parere, sminuire, certo involontariamente, il ruolo della Magistratura e di tutti gli organi preposti alle indagini.  Che, a quanto ci risulta, sono gli unici che possono emettere verdetti. Siamo certi che si tratta di ‘difetti’ di comunicazione, ma, forse, bisognerebbe fare più attenzione.

Intanto i fatti certi. Che sono due. La prima è l’udienza del 26 Novembre del ricorso 809 del 2013. Di questo ricorso, presentato da Casartigiani Agrigento vi abbiamo parlato quando abbiamo appreso che il Tar lo aveva accolto. In sintesi si mette in dubbio le legittimità della nomina di Cicero a Commissario dell’Irsap (ruolo che ha rivestito fino alla nomina a numero uno del cda dello stesso istituto) per mancanza di requisiti oggettivi: la mancanza della laurea e di esperienza nel campo e per conflitto d’interessi, essendo Cicero anche componente della segreteria tecnica dell’assessorato alle attività Produttive (ovviamente guidato da persona vicina a Confindustria Sicilia, Linda Vancheri). Illegittimità che renderebbe nulli i suoi atti e che potrebbe comportare danni erariali.

Il secondo fatto certo è che nei giorni scorsi è stato presentato un altro ricorso, sempre dalla Casartigiani, assistita legalmente dagli avvocati, Gaetano Armao e Stefano Catuara. Come è ovvio si contesta la sua nomina a Presidente per gli stessi motivi del precedente ricorso, ma non solo. Intanto la stessa contestazione è rivolta anche ad un altro componente del cda, tale “Gometra Andreano”.

“La nomina di ben due componenti, non solo non provenienti dal mondo dellle imprese – si legge nel ricorso- ma carenti dei requisiti di legge e per taluni profili, anche in conflitto di interesse, priva l’Ente del corretto assetto di governance previsto dalla legge, vulnerando i principi della buona amministrazione e della sua legalità”.

La denuncia, oltre che basata sulle violazioni delle leggi sulle nomine negli enti pubblici, mette in evidenza come  tutta  la vicenda Irsap denoti “chiaramente l’intenzione di mantenere impropriamente forme di controllo politico su un ente che dovrebbe fornire servizi alle imprese”.
E ancora: “Evidenti sono le finalità di eterodirezione al fine di condizionare l’attività dell’ente.  Circostanza tra l’altro, palesemente confermata “nella gestione di alcune delle dfese in giudizio affidate dall’Ente in questione al consulente dell’Assessore al ramo- che quindi è contemporaneamente di ausilio professionale all’Assessorato controllante e  all’istituto controllato”.

Insomma, si parla di una forte  ingerenza della politica che ha portato a disegnare  una figura di un Presidente dell’ente- componete della Segreteria tecnica dell’Assessorato, in violazione della legge che vorrebbe fossero  le categorie produttive a gestire  questo Istituto.

Ci sono poi tutti gli aspetti relativi alla chiusura delle liquidazioni della Asi, non ancora concluse quando è stato nominato Presidente, come fanno notare i legali di Casartigiani. E, anche in questo caso,  la questione del doppio emolumento.

Nel ricorso si fa riferimento pure alla strenua opposizione parlamentare alla nomina di Cicero (ignorata dal Governo) e alla legge, varata per correggere tali distorsioni, il 25 Settembre scorso dell’Ars, secondo cui entro 180 giorni dalla sua entrata in vigore, i vertici saranno rinominati dalle categorie produttive giustamente rappresentate.

Di giorni ne sono passati circa 60. Vedremo che succederà. A meno che non sia il Tar a metter la paroal fine a questa storia. Sperando che non ci siano danni erariali che andrebbero sulle spalle dei siciliani.

Redazione

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