L’aeroporto Fontanarossa cresce e allo stesso tempo i lavoratori rischiano di rimanere per strada. E’ il paradosso che vive lo scalo di Catania. Ai dati positivi sbandierati dalla società di gestione Sac – più 14 per cento del traffico passeggeri ad agosto rispetto allo stesso mese dell’anno precedente – fa da contraltare la profonda crisi che stanno attraversando tutte le società che effettuano i servizi di terra nello scalo etneo.
A peggiorare la situazione sono arrivate, insieme, l’addio di Air One e il ridimensionamento di Alitalia e la crisi di Meridiana. Gli effetti sono devastanti: Katane Handling, venduta da Sac al gruppo Gh Napoli, dopo aver stabilizzato un centinaio di lavoratori stagionali rischia di non riuscire a rispettare quanto promesso. A pesare è soprattutto la chiusura di Air One, che rappresentava uno dei più importanti clienti di Katane. Non va meglio neanche per Aviation Service, altra società che effettua servizi di terra a Fontanarossa. La scorsa settimana ha aperto una procedura di mobilità che coinvolge 16 dei suoi 64 lavoratori di base a Catania. Una decisione presa nonostante lavori anche per la new entry più ingombrante dell’aeroporto etneo: Ryanair. Non va meglio per Ata Italia, i cui 43 dipendenti sono in cassa integrazione che però scade a dicembre e la società rischia di non avere nemmeno un cliente per la stagione invernale.
«Abbiamo davanti un problema molto serio – spiega Alessandro Grasso, della Filt Cgil – è vero che il traffico passeggeri cresce ma a favore di compagnie come Ryanair che hanno alterato il mercato, sottopagando sia il personale che i servizi di terra senza versare le tasse in Italia. Ma per non perdere il cliente, la società (in questo caso l’Aviation service), accetta questi accordi al ribasso. Negli ultimi anni se ne sono andate Air One e Blue Panorama e stiamo per perdere Meridiana. Chiederemo alla prefettura un tavolo per dare regole certe e cercare un accordo quadro per questo settore a Catania. Continuando così, l’unica che trae vantaggio da questa crescita è la Sac».
Intanto nei prossimi giorni i sindacati si incontreranno con la nuova proprietà di Katane Handling. Temi sul tavolo: l’impatto che le decisioni di Air One e Alitalia avranno sul rispetto dell’accordo siglato appena qualche mese fa e la situazione delle vertenze ancora pendenti con una settantina di dipendenti. A luglio azienda e sindacati avevano trovato l’intesa sulla stabilizzazione di circa 170 stagionali. Lavoratori di cui evidentemente l’azienda aveva bisogno, nonostante la stessa Katane avesse chiesto in passato l’accesso agli ammortizzatori sociali. Tuttavia al momento solo un centinaio sono stati assunti, restano ancora circa 70 lavoratori che hanno fatto causa all’azienda e che non accettano la conciliazione.
Senza un cliente come Air One, Katane continuerà a garantire i livelli occupazionali? E’ questa la grande scommessa e tra i lavoratori si parla già di rischio mobilità. Scenario che i sindacati non vogliono neanche prendere in considerazione. Possibile anche il ricorso a contratti di solidarietà. «Dobbiamo prima avere informazioni certe da Alitalia che non ci ha ancora comunicato se intende ricoprire alcune delle rotte che effettuava Air One», precisa Grasso.
Altro fronte caldo per i sindacati è Aviation Service. Il 18 settembre la società ha comunicato l’apertura della procedura di mobilità per 16 dipendenti. Per quelli con più anzianità di servizio la via d’uscita potrebbe essere rappresentata da un accordo su una sorta di prepensionamento. Resta, infine, la crisi di Meridiana che ha annunciato mille esuberi a livello nazionale, scatenando le proteste dei dipendenti in Sardegna. La conseguenza a Catania è stata il taglio dei voli a partire dal 1 ottobre. Una dismissione che contribuisce a peggiorare la situazione della Katane Handling, di cui Meridiana è cliente nello scalo etneo.
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