Aeroporto di Agrigento, primo sì dal governo. Ordine architetti: «Iter lungo, non illudiamo i cittadini»

Chi non conosce la Aeroporto Valle dei Templi Spa? È la società deputata alla gestione dell’aeroporto di Agrigento. Aeroporto che però non esiste. Non ancora. E forse neanche nel breve periodo. Eppure la società ha già raccolto circa due milioni di euro come capitale sociale grazie alla sottoscrizioni delle quote azionarie. Un paradosso tutto siciliano che questa volta salta persino la politica regionale ed entra a gamba tesa direttamente nell’alveo di quella nazionale. La società in realtà dovrà anche supervisionare la creazione dell’aeroporto, un po’ come la Stretto di Messina con il ponte, ma senza la mano governativa.

A fare a gara su chi spinge con maggiore intensità per la realizzazione dello scalo agrigentino sono i deputati nazionali Calogero Pisano, Noi Moderati, che ha presentato un emendamento in commissione Bilancio ed è tra i promotori della società che dovrebbe gestire l’aeroporto e la pentastellata Ida Carmina, che della commissione parlamentare Bilancio fa parte e che ieri «ha esitato favorevolmente l’emendamento che introduce l’articolo otto bis finalizzato alla realizzazione dell’aeroporto nel nostro territorio. Il tutto inserito all’interno del Decreto Sud che andrà in Aula per la votazione definitiva la prossima settimana».

Una notizia, quella dell’esito positivo del passaggio in Commissione, festeggiata da entrambi i deputati. «Abbiamo centrato un obiettivo di portata storica – esulta Pisano – un obiettivo, da molti considerato utopistico, raggiunto con tanto lavoro, caparbietà e determinazione, credendoci sempre e non cedendo ai momenti di difficoltà». Insomma, a vederla così sembrerebbe cosa fatta. O comunque fattibile, fermo restando che è chiaro a tutti che un aeroporto non è una struttura che si costruisce in qualche settimana. Ma a spegnere i facili entusiasmi ci pensa Rino La Mendola, presidente dell’ordine degli Architetti di Agrigento, che ricorda come, anche ad avere tutti i fondi necessari su un piatto, pronti per essere stanziati, «sia prioritario e inderogabile l’inserimento dello scalo agrigentino nel Piano nazionale degli aeroporti, redatto dall’Enac e al vaglio del ministero delle Infrastrutture». Un iter tutt’altro che breve.

Specie se, come in questo caso, mancano: un sito su cui costruire l’aeroporto e uno studio di massima completo di report aggiornato sulla sostenibilità economica e gestionale dello scalo. E questa, sempre secondo La Mendola, sarebbe solo la prima fase. Poi ci sarebbero «il progetto di fattibilità tecnica ed economica, l’acquisizione dei pareri di rito, redazione, verifica e validazione del progetto esecutivo e successivo appalto dei lavori o, in alternativa, vista la natura delle opere da realizzare, affidamento congiunto della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori».

«Non volendo illudere i cittadini con slogan che poi vengono sistematicamente smentiti dai fatti –
conclude La Mendola, che pure si dice possibilista – Nell’ipotesi in cui i passaggi sopra elencati siano posti in essere con successo e senza imprevisti, sperando di essere smentiti, stimiamo tempi non inferiori a cinque anni per l’auspicata posa della prima pietra».


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