L’appuntamento è in un elegante studio catanese in viale Africa, una palazzina moderna dove ha sede lo studio professionale Crispino. Del figlio, non di Luigi. Il papà di Air Sicilia nonché socio di Wind Jet non c’è. «Ci sono tante cose da fare, c’erano altri due appuntamenti irrinunciabili». A parlare con la stampa per il lancio di Aerolinee siciliane, la società che vuole creare una compagnia aerea tutta siciliana con primo decollo il 14 giugno, ci sono Claudio Melchiorre e Piero Berti. «La Sicilia si deve scrollare di dosso questa eterna rassegnazione, speriamo di contagiare entusiasmo», dicono. Il primo viene soprattutto da una lunga esperienza in associazioni di consumatori ed è vicepresidente del consiglio di sorveglianza della neonata società. Il secondo è uno degli imprenditori che finora, stando a quanto dicono dalla stessa s.p.a., ci ha messo più soldi: centomila euro. «Ho una compagnia di elicotteri (la Butterfly Helycopter, ndr) e prima sono stato pilota d’aereo, diciamo che sono tornato al primo amore». Toscano, sposato con una siciliana, Berti dice di non essere stato cercato. «Li ho chiamati io perché credo nella strategicità del progetto».
Il mercato dei voli in Sicilia fa certamente gola. Le tratte Catania-Roma, Palermo-Roma e Catania-Milano sono stabilmente ai primi posti dei collegamenti più redditizi e con più passeggeri d’Italia. Eppure, soprattutto durante i periodi festivi, i prezzi sono schizzati alle stelle. Da questa situazione sono partiti i soci fondatori di Aerolinee Siciliane, che hanno dato alla società un’impronta precisa: azionariato diffuso. All’atto di fondazione, il 27 gennaio, sono state sottoscritte azioni per 173mila euro. Questo è al momento il capitale sociale effettivamente versato. E qui iniziano le domande al momento senza risposta. L’obiettivo dichiarato è arrivare a dieci milioni di euro e cinquemila azionisti. A che punto siamo? «Non lo possiamo dire per correttezza verso i nostri azionisti – ribadisce Melchiorre – Il 30 aprile, quando si chiuderanno le sottoscrizioni, lo diremo e faremo i nomi dei professionisti coinvolti». Perché fidarsi? «Noi non promettiamo agli azionisti una rendita finanziaria, mettiamo insieme un certo capitale di rischio che siamo convinti di usare al meglio, al momento entra in gioco la fiducia».
Per partire il 14 giugno con il volo Comiso-Milano (ma le destinazioni che si prefigge di raggiungere sono anche Roma, Bologna, Parigi, Londra, Malta, Tunisi e Francoforte) è necessario ottenere il Certificato di operatore aereo da parte di Enac. La società ha annunciato di aver inviato una lettera all’ente nazionale per avviare l’iter. La stessa Enac, rispondendo a questa testata, quattro giorni fa ha precisato di «non avere ancora ricevuto la documentazione necessaria per avviare la pratica relativa all’emissione del Certificato Operatore Aereo e della licenza di trasporto aereo».
«È normale – replica Melchiorre – il processo di certificazione è complesso e un’impresa deve essere valutata man mano. Un esempio? Per avere il Coa serve contrattualizzare una serie di figure, lo faremo al momento giusto. Se lo facessimo già ora sarebbe uno spreco di risorse. Stessa cosa con i due aerei che prenderemo in leasing». Il tempo, intanto, corre. Ma dalla società rimangono convinti che due mesi saranno sufficienti per mettere al posto giusto tutti i tasselli del puzzle.
Al momento resta in seconda linea la Regione Siciliana che, in realtà, negli ultimi tempi ha assunto un atteggiamento schizofrenico rispetto all’iniziativa. Da una parte l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone – «l’unico che abbiamo incontrato», ci tengono a sottolineare da Aerolinee siciliane – che delinea per la Regione un ruolo da osservatrice, senza però escludere, qualora il progetto dimostrasse sostenibilità economica, una futura partecipazione pubblica. Dall’altra l’assessore al Turismo Manlio Messina, pure lui catanese, che con toni molto più tranchant ha negato categoricamente ogni coinvolgimento: «Ci avevano chiesto un incontro ma abbiamo declinato l’offerta – ha detto al quotidiano BlogSicilia – perché la Regione porterà avanti la propria iniziativa per una compagnia di volo regionale che nulla ha e nulla avrà a che vedere con altre iniziative di natura privata». Tesi ribadita ieri dal presidente Nello Musumeci: «Guardiamo a questi tentativi con rispetto e attenzione. Dal canto suo, il governo regionale ha avviato, da tempo, altri contatti, senza tuttavia nasconderci le difficoltà del mercato. Ma abbiamo almeno il diritto di provarci».
«Se la Regione ha davvero intenzione di creare una società aerea con capitali pubblici – replica Melchiorre – lo si vedrà dalla prossima finanziaria. Se stanzieranno le risorse, allora capiremo. Noi ci aspettiamo che la Regione sia felice della nostra iniziativa e ci accompagni. Se poi ritengono che la Regione sia più brava a mettere insieme quattrini e fare investimenti nel settore aeronautico, ben venga. Se sarà una copia del nostro e daranno le stesse garanzie di trasparenza, che senso ha avere due società? A quel punto, entremmo anche noi. Certo – conclude – serve imparzialità e nessuno spreco. E in realtà quando qualcuno è nella posizione di controllato e controllore già non parte bene».
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