Adrano, fratelli ai domiciliari nella stessa casa litigano ed evadono

Due fratelli, di 46 e 44 anni, sono stati denunciati ad Adrano (in provincia di Catania) dalla polizia per evasione dagli arresti domiciliari. Stando a quanto è stato ricostruito finora, i due sarebbero usciti di casa senza autorizzazione dopo una violenta lite. Per il 46enne la misura restrittiva era per atti persecutori e lesioni, mentre il fratello minore era finito ai domiciliari perché ritenuto uno degli autori del furto di monete da un distributore di bevande in una scuola di Adrano, avvenuto pochi giorni fa. Secondo quanto ricostruito finora, durante una lite in casa il fratello 46enne sarebbe stato scaraventato a terra dal fratello minore. L’uomo si è ferito alla testa ed è stato portato nell’ospedale di Biancavilla a bordo di un’ambulanza. Dopo le cure, però, si sarebbe allontanato senza avvertire la polizia che, informata dell’accaduto, l’ha rintracciato mentre camminava per le vie di Adrano. Nel frattempo, il fratello minore, senza essere autorizzato, è andato a piedi al commissariato per manifestare la sua forte preoccupazione dovuta all’imminente rientro del fratello maggiore.


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

Sono stati condannati i due ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara. Finisce così il processo di primo grado con rito ordinario per l’omicidio volontario aggravato del parà siracusano Emanuele Scieri, avvenuto all’interno della caserma Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999. Per loro il procuratore Alessandro Crini aveva chiesto rispettivamente una condanna a 24 anni e 21 anni, […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo