Il pane è un bene considerato indispensabile. Un pasto semplice, allo stesso tempo nutriente, che dovrebbe essere nella piena disponibilità di chiunque. Tuttavia, il costo di quello che storicamente è stato un simbolo della lotta alla povertà, col passare dei giorni potrebbe subire un significativo aumento. Il prezzo del pane, infatti, è destinato a lievitare. Il motivo sta tutto nel rincaro delle spese su bollette e materie prime, a cui si aggiunge anche quello della farina, come spiegano i panificatori di Belpasso.
Nella città etnea da lunedì 20 settembre è previsto l’incremento del prezzo. La decisione è arrivata dopo due riunioni che hanno visto la partecipazione di tutti i titolari dei 16 panifici presenti in città .«Purtroppo non si può continuare così – spiega Domenico Ragusa, uno dei panificatori, a MeridioNews – Dai mulini ci dicono che il grano ha raggiunto prezzi esorbitanti. Prima acquistavamo un chilo di farina a 40 centesimi, oggi è arrivata a 80. Insieme alla farina, ci stiamo accorgendo dell’aumento generale dei costi, quindi abbiamo intrapreso questa decisione, sempre rimanendo entro una determinata soglia: se non facciamo così, tra poco in molti rischiamo di chiudere».
Un chilo di pane, da lunedì, oscillerà tra i 2,60 e i 3 euro. «L’aumento riguarderà sia le forme casarecce che i panini – continua Ragusa – Sono prezzi importanti, ma noi stiamo mettendo soldi di tasca nostra per mandare avanti le attività. Il rincaro continuerà. A gennaio del 2022 potremmo pagare la farina anche oltre un euro al chilo». Le cause di queste variazioni non sono ancora chiare. «La Sicilia era considerata il granaio dell’Italia, ma ci hanno detto che i prezzi sono dovuti alla riduzione del grano nell’Isola e che si sta importando da fuori – conclude Ragusa – Sta di fatto che noi siamo stati costretti a correre ai ripari. Mercoledì abbiamo incontrato il sindaco Daniele Motta, che si è schierato dalla nostra parte: lui stesso ci ha detto che può fare ben poco».
A Ragusa fa eco Fabio Guzzetta, un altro panificatore belpassese. «Noi abbiamo visto aumenti vertiginosi, a differenza di prima, quando il prezzo della farina poteva avere rincari di qualche centesimo – aggiunge – C’è chi parla anche di possibile speculazione sui prezzi da parte dei mulini: non so a cosa è dovuto, ma oltre alla farina, sono cambiati i prezzi di tutte le materie prime, per non parlare degli aumenti della luce». Il prezzo del grano in due mesi è passato dai 28 centesimi di giugno e luglio fino ad arrivare ai 42 centesimi di settembre. Pare inoltre che quest’anno ci sia stata un’inversione di tendenza rispetto allo scorso anno, quando il prezzo del grano si era addirittura abbassato.
Proprio in questi giorni, a fare discutere sono i rincari nelle bollette di energia elettrica previsti a partire dal prossimo anno. Alcuni hanno accusato i produttori di energie rinnovabili, che in queste ore hanno smentito possibili responsabilità dovute all’impiego dell’energia green. Intanto, sempre in merito al caro pane a Belpasso, il sindaco Daniele Motta si schiera con la categoria. «Hanno sottoscritto un patto che non dipende dalla volontà dei panificatori – scrive il primo cittadino in un post sulla sua pagina Facebook – Auspico una maggiore attenzione delle politiche agricole dopo quanto successo. I cereali vengono per lo più prodotti altrove e poi sfamano i siciliani. Paradossi della storia: con il 65 per cento dei territori siciliani incolti che invece potrebbero diventare fonte di lavoro, soprattutto per i giovani».
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