Sono una ventina di società le partecipate dal Comune di Catania - in quote che solitamente coprono l'intero pacchetto azionario - di cui l'amministrazione vuole disfarsi per fare quadrare i conti del bilancio (da approvare entro il 20 novembre, dice la Corte dei conti della Sicilia). Alle 19, in prosecuzione di una seduta già andata deserta ieri sera, se ne discuterà in consiglio comunale. Anche questa volta col forte rischio di assenteismo, data la delicatezza dell'atto a pochi giorni dalle elezioni regionali. A non mancare saranno invece i rappresentanti del Forum dell'Acqua Bene Comune, contrari alla dismissione
Addio alle partecipate per evitare il crac Vendesi Multiservizi, Maas e 49% di Sidra
Per il bilancio comunale si avvicina la resa dei conti. Stasera alle 19 il consiglio comunale è infatti chiamato a votare sul rendiconto 2011, e se non si dovesse raggiungere il numero legale, come già accaduto ieri sera, dovrà comunque rioccuparsene in tempi brevi. Secondo il parere 205/2012 della Corte dei conti della Sicilia infatti, entro il 20 novembre la questione deve essere chiusa. E subito dopo dovrà essere approntato il bilancio di previsione per l’anno 2012, da far votare in fretta e furia al consiglio. Lo spauracchio, una costante nell’intera amministrazione fin dall’insediamento del sindaco Raffaele Stancanelli, si chiama dissesto finanziario. E il vicesindaco Roberto Bonaccorsi, assessore al bilancio e alle partecipate, è l’autore di una proposta di deliberazione che comprende pesanti tagli alle partecipazioni del Comune nelle società ex municipalizzate. Le cosiddette società partecipate, appunto. Una manovra annunciata già a fine settembre come «necessaria», che comprende la cessione del 49 per cento della Sidra, la società che gestisce il servizio di fornitura idrica in gran parte del territorio di Catania. Una soluzione che non sta bene al Forum acqua bene comune che, forte del risultato del referendum sula privatizzazione, ha già protestato in piazza contro il provvedimento comunale. Ieri sera, alla prima seduta utile per il voto della delibera disertata dai consiglieri – erano presenti in 15 su 45, solo in quattro della maggioranza -, i membri del Forum erano presenti in massa. E anche stasera – come hanno annunciato a conclusione della seduta dopo aver contestato in un incontro informale all’assessore Bonaccorsi «l’assenza di un piano economico per l’operazione Sidra, e la mancanza di una reale stima dei valori delle società da dismettere» – si ritroveranno al Palazzo degli Elefanti per seguire l’evolversi della situazione. Che, Sidra a parte, è tutt’altro che semplice.
Le società partecipate del Comune di Catania, con le attuali quoteI magistrati dell’organo di controllo sugli enti locali, con il parere 205 dello scorso luglio, rilevavano infatti nel bilancio di rendiconto del 2010 «scelte di dubbia convenienza economica, come la rimodulazione dei mutui presso la cassa depositi e prestiti» con un aggravio della situazione debitoria del Comune di circa 200 milioni di euro e, fra i molti rilievi, stigmatizzando lo scontro «fra l’amministrazione comunale e i revisori contabili dell’ente, che ha causato conseguenti ritardi». Una situazione che, come è noto, ha portato a una prima bocciatura del bilancio consuntivo 2011 da parte dei revisori dei conti comunali in un parere del 8 agosto e, di recente, dopo l’ennesima bocciatura del collegio dei revisori, a una indagine conoscitiva sull’accaduto da parte della Procura della Repubblica di Catania. Tra le liti, restano i residui attivi e passivi riportati di anno in anno nei vari bilanci senza variazioni, di cui in gran parte sono responsabili le società partecipate dal Comune. E stasera – ammesso che in un consiglio in pieno clima elettorale, con lo stesso presidente Marco Consoli e il vicepresidente Puccio La Rosa candidati come deputati regionali e Nello Musumeci addirittura come presidente della Regione – si raggiunga il numero legale, l’amministrazione ha pronto un piano di dismissione delle società partecipate che somiglia più a un taglio radicale. Previsto, dicono dall’amministrazione, da un altro precedente parere della Corte dei conti sicilia, il numero 49 del maggio 2009.
Oltre al 49 per cento della Sidra, è prevista la dismissione per la stessa percentuale della Asec, la società comunale che fornisce il gas di città. Per la Multiservizi è invece programmata la cessione del 100 per cento delle quote societarie. La società si occupa della manutenzione delle strutture comunali, e la sua dismissione avverrà con gara ad evidenza pubblica, «procedendo alla contestuale assegnazione del servizio per cinque anni non rinnovabili a decorrere dal 1 gennaio 2014», si specifica nella proposta di delibera. E fino alla cessione, assicura l’amministrazione, si proseguirà «con gli stessi patti e condizioni». Già in liquidazione risultano invece l’Ato 4 Catania ambiente, l’Amt Azienda municipale trasporti già sostituita dalla Azienda metropolitana trasporti spa di cui il Comune vuole cedere il 40 per cento, il Consorzio per l’area sviluppo industriale, la Sviluppo e patrimonio ex Catania risorse, Investicatania e la società Golftur. Stessa sorte dell’Amt toccherà nel futuro anche alla Sostare srl, che verrà ceduta al 40 per cento a un socio privato.
Le società che verranno dismesse del tutto sono invece Asec Trade, che si occupa della vendita del gas per conto della Asec spa di cui è una controllata, il Consorzio Sicilia al passo che avrebbe dovuto promuovere una lotteria mai partita legata al podismo, del Consorzio comunale espropri territorialali (Coceter), i Mercati agroalimentari Sicilia (Maas), una struttura che si trova in località Bicocca e che ha sostituito il vecchio mercato ortofrutticolo di San Giuseppe La Rena – grande struttura rimasta inutilizzata e che a breve sarà sede estemporanea dell’annuale Fiera dei morti – , e la Società degli interporti siciliani (Sis). Il progetto dell’interporto, del resto, è rimasto in altro mare.
Poche, pochissime, le società per le quali la situazione invece non cambierà, in quanto considerate «necessarie al proseguimento delle attività istituzionali». Si tratta dell’Acoset, altra società di fornitura servizi idrici di cui il Comune di Catania manteniene una piccola quota del 4,14 per cento, del Consorzio Ato Catania acque, del Consorzio autostrade siciliane, e dei Sistemi idrici etnei (Sie).
Adesso sul megapiano di dismissione non resta che la pronuncia del Consiglio comunale. Con la quasi matematica certezza che, riferiscono fonti ben informate, «prima delle elezioni di giorno 28 in consiglio non si voterà nulla di così importante». Come a dire che, ancora una volta, mancherà il numero legale.