La verita' e' che la mafia non vuole che i miliardi del servizio idrico da spendere nei prossimi anni nella nostra isola vengano gestiti all'insegna dell'interesse pubblico. E la politica siciliana si sta adeguando
Acqua: anche per la Cgil il ddl legge approvato dalla Commissione Ambiente dell’Ars è un presa in giro
LA VERITA’ E’ CHE LA MAFIA NON VUOLE CHE I MILIARDI DEL SERVIZIO IDRICO DA SPENDERE NEI PROSSIMI ANNI NELLA NOSTRA ISOLA VENGANO GESTITI ALL’INSEGNA DELL’INTERESSE PUBBLICO. E LA POLITICA SICILIANA SI STA ADEGUANDO
Con la legge regionale sulle risorse idriche, esitata dalla Commissione ambiente dellArs il 20 novembre, si sta perdendo loccasione di dare risposte concrete alla mobilitazione per lacqua bene comune che, dura ormai da anni, con norme insoddisfacenti che non guardano neanche alla tutela del territorio rispetto al pericolo frane e alluvioni, urgente visto lelevato rischio di dissesto idro-geologico del territorio siciliano.
Lo sostiene la Cgil Sicilia, che fa parte del Comitato promotore della legge di iniziativa popolare sullacqua pubblica e che coglie loccasione per chiedere al Presidente dellArs di applicare la legge (1/04) che prevede che il disegno di legge assegnato alla Commissione competente se non discusso deve essere iscritto al primo punto dellordine del giorno della prima seduta utile del Parlamento.
Non si sta tenendo conto della volontà popolare – dicono Alfio la Rosa, del dipartimento ambiente della Cgil Sicilia e Mimma Argurio, della segreteria regionale Cgil – che ha prodotto sia un risultato plebiscitario al referendum del giugno 2011 che una proposta di legge in merito, preferendo un testo del governo che non prevede la ripubblicizzazione del servizio idrico, ma una serie di norme che puntano allaccentramento dei poteri.
La Cgil rileva che il testo approvato dalla Commissione è insoddisfacente rispetto alla normativa comunitaria su acque e su frane e alluvioni. Ci vuole invece – sottolineano Argurio e La Rosa- la definizione di un quadro normativo di riforma organica delle risorse idriche e assieme di tutela del territorio”.
“In questo ambito – aggiungono i due esponenti della Cgil – diviene fondamentale redigere e mettere insieme il Piano di Gestione e tutela delle acque e il Piano di gestione del rischio frane e alluvioni, superando il vecchio Piano di assetto idrogeologico.
La Cgil sottolinea che nel disegno di legge del Governo peraltro la norma che parla di avvio del processo di ripubblicizzazione di Siciliacque è di fatto una norma demagogica, di principio, ma senza contenuto.
Il nostro obiettivo – affermano Argurio e La Rosa – non è dividere le forze politiche ma trovare una maggioranza parlamentare per una nuova e virtuosa gestione pubblica del sistema idrico.
Dalla Cgil anche la richiesta di modifica delle procedure parlamentari in modo da garantire ai promotori di leggi di iniziativa popolare la partecipazione diretta e attiva nel corso dei lavori delle commissioni competenti e dellAula.