«In ragione della complessità delle indagini tecniche che richiedono differenti specializzazioni appare necessario disporre la rinnovazione della Ctu». Sta in questo passaggio l’ultima novità nella vicenda riguardante i lavori alla villa Belvedere di Acireale. A scriverle nei giorni scorsi è stato Nicola La Mantia, giudice della quarta sezione civile del tribunale di Catania, dove da qualche anno è pendente la causa intentata dalla ditta Comitel nei confronti del Comune. Al vaglio del giudice c’è la pretesa dell’impresa di ottenere il pagamento completo dei lavori effettuati, mentre l’ente – all’epoca della decisione guidato politicamente dall’amministrazione Barbagallo – oltre che opporsi ha deciso a sua volta di chiedere che venga fatta luce sulla qualità degli interventi fatti e facendo istanza di domanda riconvenzionale. Nel mirino ci sono le opere di riqualificazione del giardino cittadino, costate nel complesso circa otto milioni di euro ottenuti tramite linee di finanziamento europee. Un appalto su cui, sin dal principio, si sono condensate polemiche.
Per cercare di dirimere la questione, a gennaio del 2019, il giudice aveva nominato un perito. Tra i quesiti a cui bisognava dare risposta c’erano quelli concernenti la conformità o meno dei lavori rispetto al progetto e alle prescrizioni date dalla Soprintendenza, tra cui quelli svolti nel mosaico posizionato all’ingresso della villa. La nomina era ricaduta su Dario Terminello, ingegnere meccanico nel cui curriculum c’è una lunga collaborazione come consulente per Asec e l’impiego negli uffici comunali di Castel di Iudica. A contestare la scelta del giudice, per motivi inerenti la materia in cui è specializzato Terminello, ritenuta poco attinente rispetto alla materia del contendere alla villa Belvedere, era stato il Comune. A cui poi si sono aggiunti oltre duecento cittadini firmatari di una petizione recapitata sia all’ente locale che al tribunale.
Nei giorni scorsi, la richiesta è stata esaminata dal giudice che ha deciso di sostituire il consulente tecnico d’ufficio con un collegio composto dall’agronomo Salvatore Domina e dall’ingegnere Eugenio Guglielmino. Una volta accettato l’incarico, i due avranno tempo fino a fine ottobre per rispondere ai quesiti. Poi le parti avranno due settimane di tempo per presentare osservazioni, mentre la prossima udienza si terrà a dicembre. «I lavori sono stati eseguiti secondo il progetto e, in particolare, secondo i disposti della Sovrintendenza, nessuna responsabilità può essere addebitata all’impresa», era stata la posizione del precedente Ctu.
La villa Belvedere venne inaugurata nel 2014 in piena campagna elettorale per le Comunali. La scelta, giunta in concomitanza con il suicidio di un consigliere uscente, venne criticata dalle parti avverse all’amministrazione uscente guidata da Nino Garozzo perché ritenuta una manovra esclusivamente elettorale. Il collaudo dell’opera, infatti, arriverà soltanto a dicembre del 2015, quando il tempo per non rischiare di perdere il finanziamento europeo stava per scadere. Le Comunali, invece, furono vinte dalla coalizione che sosteneva il candidato sindaco Roberto Barbagallo. Quest’ultimo, a sua volta, aveva promesso che in caso di vittoria avrebbe fatto in modo di rimuovere il pietrisco che era stato posizionato in diverse aree della villa. Un proposito non mantenuto, anche per le difficoltà che un’azione di questo tipo avrebbe potuto comportare nell’accertamento di eventuali responsabilità nello svolgimento dei lavori.
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