Prove di selezione senza comunicare preventivamente quali sarebbero stati i criteri di valutazione. C’è questo dietro la sospensione della graduatoria del concorso per otto vigili urbani indetto dal Comune di Acireale. A disporre il provvedimento è stato il Tar di Catania, che ha accolto la richiesta cautelare proposta dall’avvocato Dino Caudullo, legale di alcuni aspiranti agenti municipali. «La mancata predeterminazione, in apposito verbale, dei criteri di valutazione delle prove scritte inficia radicalmente la legittimità dello svolgimento delle stesse», scrivono i giudici amministrativi, sottolineando poi che «l’eventuale assunzione dei vincitori potrebbe di fatto precludere ai ricorrenti l’ottenimento del bene della vita al quale aspirano e che pertanto deve ritenersi sussistente anche il requisito del periculum in mora».
I ricorrenti hanno impugnato il giudizio di mancata ammissione alla seconda prova scritta di carattere pratico-operativa, con l’attribuzione del punteggio di 18 su 30, ma anche i verbali relativi alle operazioni della prova scritta. Le prove si sono svolte lo scorso novembre, ma già a settembre la commissione esaminatrice, secondo i ricorrenti, avrebbe dovuto rendere noti quali sarebbero stati i criteri.
Il provvedimento del Tar, fissando la trattazione di merito del ricorso per il 14 luglio, ordina la ripetizione delle prove e condanna il Comune al pagamento della somma di duemila euro a titolo di spese per la fase processuale in favore dei ricorrenti. «La predeterminazione dei criteri di valutazione delle prove è imposta dal regolamento sui concorsi pubblici», si legge in una nota dello studio legale Caudullo.
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