A distanza di un anno dalle polemiche che seguirono la riconferma di Filippo Sciacca, l'assessorato regionale agli Enti locali scrive al Comune per confermare che è impossibile rivestire l'incarico per la terza volta. Pd: «Possibile danno erariale». A metà febbraio, il caso del nucleo di valutazione che contrasta le direttive Anac
Acireale, si dimette presidente collegio revisori Elezione viziata da «palese violazione della legge»
Tredici mesi dopo quella che a molti, ad Acireale, era sembrata un’evidente anomalia, è arrivata, da Palermo, la conferma. L’elezione del presidente del collegio dei revisori dei conti del Comune, Filippo Sciacca, ha violato la legge. A scriverlo è l’assessorato regionale agli Enti locali in un parere dalla deputata regionale del Movimento 5 stelle, Angela Foti, su una vicenda che ha registrato anche il ricorso da parte di tre consiglieri comunali.
Oggetto della contesa è la delibera del 15 gennaio 2015, con la quale il consiglio acese ha eletto i tre componenti del collegio. Tra di essi, è il nome di Sciacca a destare perplessità in quanto, nel suo caso, si è trattato della seconda rielezione. Terzo incarico che, secondo la normativa, non è possibile ottenere nello stesso ente. A dirlo è il Testo unico per gli enti locali (Tuel), nonché una sentenza del Consiglio di Stato, secondo cui si «esclude di per sé lo svolgimento dell’incarico di revisore dei conti presso un ente locale per una terza volta, indipendentemente dal fatto che gli incarichi stessi siano o meno consecutivi».
A una sentenza simile si rifà l’assessorato regionale che, nella nota inviata al Comune, il 10 febbraio, sottolinea la «palese violazione» della legge, sollecitando l’ente a «riformare in autotutela quanto deliberato». Due settimane dopo, arriva la risposta indiretta: Sciacca rassegna le proprie dimissioni da revisore il 24 febbraio. La rinuncia all’incarico è riportato nell’avviso che, lunedì scorso, il Comune pubblica per la ricerca di un sostituto. Selezione che si chiuderà mercoledì prossimo, per poi passare al vaglio del consiglio comunale, l’organo deputato a eleggere il nuovo nome.
Tra i primi a commentare il cambio c’è il Partito democratico, che tramite il proprio osservatorio per la qualità dell’azione amministrativa, già a gennaio dello scorso anno aveva segnalato la presunta illegittimità dell’elezione. In quel caso, inoltre, i democratici avevano anche ipotizzato un possibile conflitto di interessi, per via del fatto che Sciacca «è associato nello studio con Salvo Nicotra, il consulente economico del sindaco Roberto Barbagallo». A parlare è il segretario del locale circolo, Sebi Leonardi: «In attesa della definizione del ricorso che i nostri consiglieri hanno inoltrato alla presidenza della Regione, l’assessorato regionale agli Enti locali ha dato ragione alla linea del Pd – dichiara -. Ho l’impressione che il Comune potrebbe essere esposto a ricorsi e alla possibilità di un danno erariale. Spiace dire, oggi, che il Pd li aveva avvertiti per tempo».
Sempre in tema di nomine sospette, è di metà febbraio il caso – sollevato da MeridioNews – del nucleo di valutazione per l’operato dei dirigenti. Le nomine decise dal primo cittadino, infatti, sembrerebbero contraddire quanto disposto da una delibera dell’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione.