Acireale, mille modi per riciclare Vasi con i copertoni e kakkabox per i cani

Santa Tecla è un lembo di costa a valle della Timpa di Acireale. Un angolo di mare incantevole dove sono gli scogli a farla da padroni. C’è solo un breve tratto di spiaggia con i ciottoli, che ogni estate viene concesso ad un lido balneare che vi monta puntualmente le sue strutture in legno. Per i bagnanti che non vogliono usufruire dei servizi privati, non rimangono che una cinquantina di metri liberi. È su questa spiaggetta incastonata tra i lidi e le rocce che è nato il Gruppo Ecologico Santa Tecla, un’associazione di cittadini volontari che opera per la tutela e la valorizzazione della natura, del territorio e di tutti i beni culturali, favorendo stili di vita sostenibili.

«Tre anni fa – racconta Francesco Maugeri, cofondatore del gruppo insieme alla moglie Claudia Carrion – mentre prendevamo il sole, la nostra bambina si è messa in bocca una cicca trovata tra i ciottoli. Noi frequentavamo da tempo la spiaggia, ma ci siamo detti: o puliamo o non veniamo più». Armati di buona volontà e sacchetti di plastica hanno cominciato a ripulire la spiaggia dalle sigarette. E in pochi minuti altre persone hanno seguito il loro esempio. «Hanno cominciato ad uscire dal branco per tornare ad essere cittadini», precisa Francesco. L’appuntamento si è quindi ripetuto ogni domenica fino a quando il gruppo ha deciso di iscriversi all’albo delle associazioni.

Una delle prime attività è stata la pulizia della spiaggia a conclusione della stagione estiva. Rituale che si ripete ogni autunno. «L’anno scorso abbiamo raccolto venti chili di chiodi», denunciano. Ma presto gli attivisti allargano il loro raggio d’azione. Dal mare la loro azione educativa si spinge in paese, quindi nelle frazioni di Stazzo, Santa Maria la Scala, Capo Mulini e Valverde. Qui portano avanti la campagna anticicche: realizzano dei contenitori buttasigarette riciclando i bidoni di plastica da venti litri e li piazzano nei solarium, nelle strade e nelle piazze più frequentate. «Una signora, vedendoci all’opera, ne ha voluto espressamente uno davanti alla sua salumeria», racconta Francesco. L’idea che dagli scarti, dai rifiuti possano nascere oggetti utili e anche belli esteticamente li porta a trasformare vecchi copertoni in vasi variopinti e fioriti che distribuiscono agli angoli delle piazze. Dalle bottiglie di plastica vengono fuori portacavicellulari o chiudipacchidipasta.

Collaborano con Legambiente e dallo specchio di mare antistante Stazzo, grazie all’aiuto di un gruppo di sommozzatori, hanno raccolto una montagna di tubi lasciati negli anni smontando gli imbarcaderi. Richiestissimo dai cittadini è il kakkabox, un semplice strumento realizzato con i tetrapak del latte, per raccogliere gli escrementi dei cani. Claudia, la moglie di Francesco, cofondatrice dell’associazione, è argentina. Si sono conosciuti a Verona e lì hanno vissuto per sei anni. «Io facevo il metalmeccanico – spiega Francesco – avevo un contratto a tempo indeterminato, Claudia la ragioniera. Ma il richiamo di questa terra maledetta è stato troppo forte». Oggi lei fa la mamma a tempo pieno, mentre lui sfrutta saltuariamente le sue doti da giardiniere. «Una vita sicuramente più incasinata, ma preferiamo vivere così», spiegano. Gli iscritti al Gruppo ecologico Santa Tecla sono una sessantina, numero che però raddoppia quando entrano in azione. L’età media è inferiore a quarant’anni e la presidente è una pugliese, Maria Mastrangelo. «Le istituzioni a volte ci aiutano, ma spesso non ci prendono sul serio – conclude Francesco –  Considerano le questioni legate all’ambiente problemi di secondo piano. Ma a noi interessa rendere più belli i luoghi in cui ogni giorni viviamo».

Salvo Catalano

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