A due mesi dal debutto della discussa manifestazione, che coinciderà con la festa di liberazione, il presidente della fondazione, Antonio Coniglio, torna sugli interventi che verranno effettuati nel rispetto delle normative. Una battuta anche sull'intitolazione di un largo al 25 aprile: «Bisogna non accontentarsi dei simboli»
Acireale, carnevale dei fiori senza Cittadella «Bisogna mettere in sicurezza i capannoni»
«Non può bastare una targa per far rientrare la polemica». Archiviato il carnevale invernale, il primo con i carri dell’edizione precedente, ad Acireale è tempo di bilanci ma soprattutto di pensare al successivo. Che quest’anno significa aspettare soltanto un paio di mesi, nonostante lo stato in cui versa la Cittadella del carnevale. Si svolgerà, infatti, in concomitanza con la festa della liberazione dal nazifascismo la festa dei fiori, appendice riservata alle macchine infiorate, che al suo debutto ha scatenato le polemiche di chi ritiene un’offesa alla memoria far coincidere i due eventi. La discussione, che ha portato anche a due interrogazioni parlamentari, ha di recente registrato un piccolo segnale di avvicinamento tra le parti, con l’annuncio dell’‘intitolazione di un largo al 25 aprile.
Chi, però, pensa che non ci si possa fermare ai simboli è il presidente della fondazione Carnevale, Antonio Coniglio. Lo stesso che, a gennaio, ammise che con più attenzione si sarebbe potuto evitare lo scontro: «Continuo a pensare che il clamore mediatico che si è creato attorno a questa vicenda – dichiara – sia stato eccessivo, specialmente perché abbiamo specificato di non aver mai messo in discussione l’importanza della ricorrenza. Al contempo, sarebbe assurdo pensare che basta intitolare una via per soddisfare l’esigenza di memoria».
Per Coniglio, che sin dal primo momento ha ribadito la propria posizione antifascista, il rischio è quello di limitarsi a battaglie di principio: «Che la si pensi in un modo o nell’altro, e vale per questa storia quanto per l’inchiesta sull’assenteismo dei dipendenti comunali, sembra che l’unica cosa che conta sia prendere posizione – continua -, difendere il proprio convincimento fino a che l’emotività del momento non passa, e poi lasciare che tutto torni come prima. Per cambiare le cose – prosegue – c’è bisogno di gesti normali, e di impegnarsi ogni giorno». E parlando di azioni, se per il carnevale dei fiori non ha pensato di proporre un bando a tema antifascista «per non limitare la creatività dei carristi» assicurando però la propria presenza alla manifestazione commemorativa, l’impegno principale dei prossimi mesi sarà quello di rimettere in sesto la cittadella del carnevale.
I capannoni in cui vengono realizzati i carri allegorici da tempo versano in condizioni di parziale abbandono. Con carenze che hanno portato la fondazione a interdire l’accesso per motivi di sicurezza: «È stata una decisione obbligata – ricorda Coniglio -. Il sito di fatto non è mai stato completato e le carenze sono tante. Nei prossimi mesi faremo gli interventi necessari». Per finanziarli, la fondazione ha deciso di far sfilare i carri dell’anno passato, risparmiando circa 300mila euro: «Non potevamo chiedere i soldi ai cittadini – spiega Coniglio -. Entro fine agosto, se i programmi verranno rispettati, verrà posto il pavimento industriale, i muri saranno intonacati e sostituiremo le pesanti porte che oggi determinano l’oscillazione delle pareti». Necessità dettate anche dal rispetto delle leggi: «Le norme in materia di sicurezza parlano chiaro. Quello dei carri è considerato un cantiere temporaneo-mobile, che richiede requisiti ben precisi che al momento non ci sono».
Se nel caso del carnevale invernale è stato concesso ai carristi di accedere all’area, per la preparazione delle macchine infiorate le associazioni dovranno trovare un’altra sistemazione: «Cercheremo di venire incontro alle spese di locazione – assicura Antonio Coniglio – ma è sicuro che non lavoreranno dentro i capannoni». Primo passo verso la realizzazione di quella cittadella che al momento è lontana da come Coniglio la immagina: «Bisogna trasformarla in un sito di interesse culturale e turistico, con un museo della cartapesta, dove le persone possano osservare il lavoro degli artisti – conclude -. Tutte condizioni al momento assenti ma che speriamo di mettere in atto, iniziando col renderlo un posto più sicuro».