Il titolare è indagato in stato di libertà per scarico illegale di acque reflue. Ma il gestore smentisce. Secondo la questura, il tubo colava in acqua in presenza di numerosi bagnanti, per altro in riserva marina. L'impianto idrico è stato sequestrato. Controlli a tappeto anche in bar, chioschi e attività di noleggio pedalò sul lungomare Ciclopi
Aci Trezza, bar lido Ghenea sversa reflui in mare Gestore: «Rubinetto acqua potabile, non inquina»
Polizia di Ognina, Forestale, vigili urbani di Aci Castello e Asp hanno effettuato ieri delle verifiche al lido Ghenea, stabilimento balneare sul lungomare Ciclopi di Aci Trezza. Scoprendo uno «scarico illegale con sversamento in mare delle acque reflue», nascosto sotto le pedane su cui poggia la struttura. Come spiega un comunicato della questura, il titolare è stato sentito e avrebbe ammesso subito le proprie responsabilità. Ora è indagato in stato di libertà per il reato di scarico illegale di acque reflue. Sequestro penale per l’impianto di tubazione idrica. La polizia sottolinea che lo «scarico di acque sporche sversava direttamente a mare nonostante la presenza di numerosi bagnanti», una circostanza resa ancora più grave dal fatto che la zona è riserva marina.
Contattato da MeridioNews, il titolare del Ghenea, che gestisce anche il bar Spritz all’interno del lido, racconta la sua versione: «Un tubo, che collega un rubinetto di acqua potabile, si è staccato, per via della marea. Lo abbiamo ripristinato ieri stesso, con accorgimenti particolari in modo che non accada di nuovo. Non si trattava di scarichi di fognature, ma – insiste – di acqua potabile. Non abbiamo inquinato niente, e non potevamo rendercene conto perché i tubi non sono a vista. Lo scarico – prosegue – sarà durato un giorno, al massimo una settimana. I controlli sono stati fatti in toto anche al lido, e non hanno trovato niente. Per il resto abbiamo tutto in regola».
Le verifiche delle forze dell’ordine sono poi proseguite in un bar della zona, al cui titolare è stato contestato il reato di frode in commercio perché non aveva contrassegnato alimenti surgelati nel menù fornito ai clienti. Il titolare si sarebbe difeso dicendo che «non aveva indicato i prodotti come surgelati perché venduti in modo occasionale». L’uomo ha subito anche sanzioni amministrative per le scarse condizioni igienico-sanitarie di una piastra per panini e di una tostiera, ricoperte di grasso.
Sono infine stati controllati un chiosco, in quel momento gestito da un minorenne senza contratto di lavoro, e un’attività di noleggio pedalò, e anche qui è stato trovato un dipendente in nero. In tutto, al termine delle verifiche, sono 15 i lavoratori senza contratto, un fatto che gli agenti segnaleranno all’Ufficio provinciale del lavoro.