L'imprenditore avrebbe svuotato una società con 1,6 milioni di debiti a lui intestata, la Dietro le quinte, per costituirne una nuova, la Teameventi, intestata alla moglie. Le aziende, attive nello stesso settore, impiegavano stessi dipendenti e attrezzature. A insospettire la Guardia di finanza alcuni documenti ritrovati nel corso di un controllo
Aci S.Antonio, sequestro da un milione di euro Cancaro accusato di bancarotta fraudolenta
Avrebbe svuotato la vecchia società – portandola al fallimento – per aprirne una nuova. Intestata solo formalmente alla moglie. Ma dalla Dietro le quinte srl alla Teameventi srl non sarebbe cambiato niente: né la sede, né il settore – il noleggio di attrezzature per spettacoli – né il reale gestore. Per questo è stato arrestato con l’accusa di bancarotta fraudolenta Francesco Emilio Cancaro, 52 anni, imprenditore residente ad Acibonaccorsi. L’operazione della Guardia di finanza etnea ha portato anche al sequestrato di beni per un totale di circa un milione di euro. «Un’operazione a tutela degli imprenditori onesti», è il commento del procuratore Michelangelo Patanè.
Tutto comincia con un controllo fiscale delle Fiamme gialle di Acireale sulla Teameventi ad Aci Sant’Antonio. Durante una perquisizione nella sede della ditta, registrata a nome della moglie di Cancaro, i finanzieri hanno trovato anche alcuni documenti relativi alla Dietro le quinte srl, azienda dichiarata fallita dal Tribunale di Catania nel 2011. Insospettiti dal ritrovamento, le autorità hanno approfondito le indagini scoprendo che «i dipendenti, i fornitori, i clienti, le attrezzature della nuova società erano le stesse di quella fallita – dicono dalla tenenza di Acireale, come pure che – i crediti della Dietro le quinte erano stati trasferiti mediante scritture private alla Teameventi». Circostanze che, secondo l’accusa, volevano nascondere una distrazione patrimoniale.
«Un reato grave che prevede fino a 15 anni di reclusione – spiega il sostituto procuratore Fabio Regolo – che penalizza gli imprenditori che vogliono restare onesti pure in un momento di crisi». A Cancaro viene contestato il prelievo di circa 320.000 euro, a suo beneficio, dai conti correnti della Dietro le quinte. Operazione che avrebbe causato il dissesto finanziario e il fallimento della società, che aveva tra l’altro un debito di 1.6 milioni di euro col fisco. «Importo sul quale aveva prelevato l’Iva senza versarla», aggiunge il procuratore Michelangelo Patanè. Che sottolinea quanto importante sia stato, a fini dell’indagine «il nuovo protocollo d’intesa, sottoscritto tra procura e tribunale». Una serie di regole che «i curatori fallimentari devono seguire per mettere in evidenza circostante sospette e permettere alle autorità di avviare indagini più approfondite».
Considerati gli elementi raccolti, il gip del tribunale di Catania ha accolto la richiesta della procura e ha disposto il sequestro dell’intero complesso aziendale della Teameventi, del valore stimato di circa un milione di euro, e la misura degli arresti domiciliari nei confronti di Cancaro, accusato di bancarotta fraudolenta. «La crisi di un’azienda va gestita nella legalità – afferma Regolo, che ricorda la recente introduzione di nuove norme a sostegno delle imprese in difficoltà – Chi utilizza la bancarotta fraudolenta o la distrazione di beni per finanziare nuove attività è considerato un ladro di futuro perché rompe le regole della concorrenza leale». Nel corso delle indagini, la Guardia di finanza aveva già sequestrato 300mila euro alla moglie dell’imprenditore, indagata per altri reati tributari, non avrebbe dichiarato ricavi per 950.000 euro tra gli anni 2010 e 2013.