«Il sindaco ha affermato di non aver risposto alla richiesta del Codacons sulla salubrità della scuole dicendo non ha ricevuto alcuna documentazione, ma l’11 ottobre scorso un atto interno afferma che il settore tecnico aveva dato elementi utili a produrre documenti sullo stato di alcuni edifici scolastici attraverso una richiesta: questo lo smentisce totalmente». A sollevare la questione è il consigliere del Movimento 5 stelle di Aci Sant’Antonio Giuseppe Finocchiaro, il quale tiene ancora i riflettori puntati sulla denuncia mossa dall’associazione dei consumatori nei confronti del primo cittadino. I primi contestano al sindaco omissioni di atti d’ufficio dopo avere da settembre a oggi richiesto i documenti sulla salubrità degli edifici scolastici santantonesi. I documenti al Codacons non sono arrivati, cosa che ha fatto scattare la denuncia alla procura della Repubblica. Dal canto suo Santo Caruso a questa testata aveva precisato che da settembre scorso fino a gennaio non aveva ricevuto nessuna comunicazione da Codacons. A sentirlo, solo a gennaio viene a conoscenza delle richieste, così sprona gli uffici incaricati a fornirgli la documentazione necessaria. Ma, sempre secondo Caruso, gli uffici non avrebbero prodotto nessun documento da inoltrare.
Adesso Finocchiaro sostiene l’esistenza di una nota con cui già a ottobre – un mese prima della richiesta da parte del Codacons – l’Ufficio tecnico aveva manifestato al sindaco la necessità di fare il punto sulle strutture scolastiche delle scuole De Andrè e Alcide De Gaperi. I due istituti scolastici, come si legge nel documento, avevano chiesto al Comune l’acquisizione di tutte le certificazioni e il monitoraggio delle infrastrutture. Inoltre, come si apprende ancora dell’atto, l’ufficio preposto lamentava la carenza di «figure professionali specialistiche che possano attestare la staticità e l’idoneità impiantistica alla normativa vigente – continua il documento -, si ritiene indispensabile e urgente potersi avvalere di idoneo supporto esterno».
Secondo Finocchiaro quest’atto era bastevole per risolvere alcune manchevolezze sull’argomento e poi poter rispondere al Codacons: «Ho recuperato questo documento interno attraverso l’attività di sindacato ispettivo proprie del mio ruolo da consigliere comunale – afferma a MeridioNews -. Rispetto a queste richieste, il sindaco se ne infischia e continua a non fare nulla: da ottobre a oggi non c’è niente. Caruso poteva benissimo avere elementi e rispondere al Codacons dopo questa richiesta, che adesso fa cadere tutta l’impalcature di scusanti che si era costruito: prima ha dato la colpa al sisma, poi agli uffici, quando quest’atto lo smentisce chiaramente». L’attivista del M5s afferma che allegherà questi ulteriori documenti alla denuncia del Codacons, comprese le Pec che l’associazione ha inviato al sindaco: «Ci sono le email di posta certificata che testimoniano che Codacons aveva inoltrato la richiesta alla mail del sindaco, che è arrivata per l’esattezza il 7 settembre e non il 30, come lo stesso Caruso ha più volte affermato». Ad aggiungere ulteriori elementi alla vicenda, secondo quanto riportato dal consigliere comunale, il caposettore dell’Ufficio tecnico Stefano Finocchiaro, che dopo l’articolo di questa testata era stato accusato dal sindaco di non aver risposto alla sua richiesta di gennaio, starebbe valutando se sporgere querela nei confronti di del primo cittadino.
Santo Caruso, intanto, non si scompone e rimarca la sua posizione. «L’atto che adesso il consigliere Finocchiaro tira fuori è un atto che ogni anno le scuole producono e dove, contestualmente, l’ufficio richiedeva personale – replica Caruso – non c’entra nulla con la denuncia del Codacons». Caruso, come aveva precedentemente affermato a questa testata, conferma che gli uffici ancora non hanno risposto alla sua richiesta. Poi lancia una stoccata nei confronti del consigliere Finocchiaro, sottolineando la parentela di quest’ultimo col caposettore dell’ufficio Tecnico Stefano Finocchiaro: «Si sta parlando di un atto interno indirizzato al sindaco – continua -. Il consigliere deve stare molto attento perché in questo caso si potrebbero avanzare ipotesi di incompatibilità, dato che l’atto che lui stesso ha portato a conoscenza è stato firmato da suo padre: quella copia è un atto interno del Comune. Torno a dire: né al Protocollo, né in nessun altro Ufficio ci sono atti del Codacons, conosco solo la diffida». Il sindaco ribatte le responsabilità degli uffici: «Parliamo di due cose distinte: con la lettera del Codacons gli uffici dovevano dire se i documenti richiesti ci sono oppure no; mentre in quest’ultimo atto mi si spiega che non hanno personale per controllare. Il Codacons ci ha chiesto le agibilità, non i controlli». In ultimo, possibili querele da parte degli uffici nei suoi confronti Caruso si mostra tranquillo: «Mi querelino pure, aspetto solo questo».
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