Aci Catena, parlano le mamme dei bimbi maltrattati «La maestra voleva intimidirci per non denunciare»

«Quando le chiedevo spiegazioni per tutto quello che mio figlio mi raccontava a casa, lei rispondeva
che mi avrebbe denunciato
. Voleva spaventarmi. E anche ai bambini diceva di non dire nulla a casa,
perché poi altrimenti sarebbero state inflitte punizioni pesanti». A poche ore dal provvedimento che sospende dal servizio per 12 mesi la maestra di Aci Catena accusata di maltrattamenti, sono piene di indignazione e di senso di riscatto le parole di Rosaria Basile, la mamma autrice della denuncia da cui sono partite le indagini dei carabinieri. 

«Un giorno mio figlio torna a casa con mia sorella. Il
bambino stava male
– racconta la mamma a MeridioNews – È solo dopo due ore che decide di parlare delle sberle date dalla
maestra
non solo a lui ma anche ad altri compagnetti». Luca ha otto anni e, in un primo momento, non ha il coraggio di raccontare ai familiari tutto quello che accade fra i banchi di scuola. «Un giorno mio figlio è tornato a casa da scuola con cinque dita stampate sul volto – denuncia la madre – Io mi sono
mostrata cordiale con la maestra
e non ho avuto mai intenzione di attaccarla. Lei,
apparentemente sempre con il sorriso sulle labbra – aggiunge – in realtà, cercava di impaurirci con la minaccia della denuncia quando
chiedevamo spiegazioni
».

I racconti del figlio, intanto, si fanno più insistenti e la situazione
diventa esasperata al punto da spingere la madre a rivolgersi al comando dei carabinieri di Aci Catena, con
una denuncia. È lo scorso 16 aprile. Da quel momento partono le indagini con il supporto delle telecamere installate nella scuola dai carabinieri. «Ringrazio i carabinieri del comando locale – ci tiene a esternare la donna – in
particolare, il maresciallo Riccardo Cerrito e il comandante Fabrizio Spelta che mi sono stati accanto e, acquisiti i video, ci hanno mostrato la loro comprensione anche di padri».  

Rosaria non è la sola mamma a lamentare il comportamento della maestra. Con lei c’è anche Rita Licciardello, madre di una compagna di classe di Luca. «Mia
figlia da un anno prende le gocce per il sistema nervoso – racconta – perché piangeva ogni mattina, e spesso vomitava perché era spaventata dopo aver visto le botte che ricevevano i compagni». La donna, inoltre, parla
delle escoriazioni riportate alla schiena dalla propria figlia. «Ad altri bambini ha dato botte anche con una
bacchetta in testa
, oltre agli strattonamenti accompagnati da offese verbali».
Adesso Rosaria e Rita aspettano la sentenza. A loro si sono affiancate altre mamme. «Alcuni genitori, all’inizio, non ci volevano credere e per questo non denunciavano. Forse anche per paura – sostiene la donna –
alcune addirittura si sono apertamente schierate contro di me perché le lega un rapporto di amicizia con la maestra, ma non ho mai
avuto paura della denuncia
e non ho mai pensato di ritirare mio figlio dalla scuola. Ora, finalmente, siamo tutte
compatte
». 

«Adesso, auspichiamo che la maestra paghi, com’è giusto che sia, con una pena esemplare». Nessuna replica arriva dalla maestra né da Orazio Consolo,
l’avvocato che la difende. Nessuna risposta nemmeno dalla dirigente scolastica Nunzia Grillo della
scuola elementare Emanuele Rossi dove la maestra insegna da tanti anni. «La preside non poteva fare nulla – dice Rosaria – e così abbiamo deciso di fare riunioni tra noi mamme. Adesso, la dirigente ci ha garantito la
vicinanza e ci ha assicurato che affiderà i bambini una maestra capace di far superare tutte le paure che hanno». Stando sempre al racconto delle mamme, i piccoli alunni oggi sembrano contenti di andare a scuola. «Posso dire che adesso mio figlio è contento – conclude Rosaria – ma qualche volta capita che sia ancora nervoso, come l’altro
giorno che si è anche fatto la pipì addosso».


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